L’animo umano è sensibile ai significati delle parole e
delle azioni. Ogni cosa ha diversi strati di esistenza: quello materiale, e
quello lato, del piano astratto. Conseguenze, ipotesi, significati: tutte
queste cose sottostanno al piano astratto della mente. Risultati, status e
realtà sensibile sottostanno al piano materiale della realtà di fatto.
La comunicazione verbale sfrutta posizioni diverse.
Prevedendo un sistema tra emittente e ricevente, i vari comportamenti verbali
possono essere di vario tipo. La presa in giro è considerata essere un attacco
verso la persona. La struttura verbale della presa in giro non è tuttavia
sufficiente a trasformare tale processo in qualcosa di intrinsecamente giusto o
sbagliato. Tanto è vero, che molti terapisti usano lo sbeffeggiamento per
arrivare subito a risultati altrimenti impossibili da ottenere.
Analisi strutturale della presa in giro.
Per prendere in giro
qualcuno, bisogna far leva su di un concetto reale od astratto. I risultati
osservabili, e derivati da questo comportamento, sono molteplici:
- l’individuo ricevente devia la propria attenzione verso il concetto sollevato
- l’individuo emittente e ricevente creano una situazione di reale instabilità, per cui l’emittente afferma una realtà, la quale verrà definita solo dalla risposta del ricevente
- i rapporti tra emittente e ricevente vengono ad essere ricalibrati dal risultato finale complessivo (o gestalt)
Innanzitutto, è bene definire la differenza tra una presa in giro, ed un insulto. L’insulto è un atto di gratuita violenza
verbale. Ha uno scopo ben preciso, ed è quello di imporre la propria opinione
come unica e giusta. Chi offende si mette in una pericolosa posizione, che abili
comunicatori sanno ben manipolare. Ecco perché tra politici e “persone che
contano” non vi è mai un attacco diretto, ma sempre più assistiamo ad allusioni
indirette, più diplomatiche.
La presa in giro
non è un comportamento connaturato da un fine utilitaristico e puramente
razionale. In altre parole, prendere in giro gli altri è un comportamento che
nasce dalla instabilità del sistema comunicativo a cui noi tutti sottostiamo.
La comunicazione verbale non ha leggi scritte, e tra le cose piacevoli, e
spiacevoli da dire, esistono molte zone grigie (che non sono né bianco, né
nero.).
La presa in giro può presentarsi come un lieve insulto (ma non vi si percepisce
l’arroganza del singolo, tanto che si riceve una sensazione del tipo “è quello
che pensano tutti”) od anche come una sfida
indiretta (per cui affermando una realtà, confermata da una reazione non
conforme da parte del ricevente, l’emittente dimostra che i fatti
sostengono la sua verità, e non quella sottintesa od espressa del ricevente.).
È molto più auspicabile ricevere un insulto, che non una
presa in giro. Almeno secondo l’opinione pubblica, che dimostra come
l’atteggiamento verso il prendere in giro stia incontrando la totale fobia delle persone. La verità è
che nessuno è rimasto in contatto con la verità: oggi nessuno sa spiegare come
fare a reagire correttamente alle prese in giro.
Girando per l’Italia, noterai che esistono molti modi di
reagire alle prese in giro. Sostanzialmente, e per economia di parole, le
possiamo riassumere con due comportamenti. Se si vuole superare una presa in
giro, secondo gli italiani è accettabile sia sorridere, che ingaggiare subito l’emittente con atteggiamenti acutamente ostili. Lo
scopo di queste due risposte è solo quello di accontentarsi del minor danno
possibile. In altre parole, i riceventi vogliono solo che l’emittente smetta di
parlare. Che misero risultato inutile!
Il sorridere è la
risposta che più si avvicina alla verità del gesto corretto, che si può usare
per rispondere a tali gesti, ma sottili sfumature nella sua espressione possono
determinare un uso corretto od incorretto. Sicuramente conoscerai persone che
con un sorriso possono deflettere qualunque cosa, mentre altri invece sorridono
sempre (non a caso esiste l’espressione “ridere come stupidi.”).
Cosa realmente si cela dietro la presa in giro? La realtà
delle cose. Iniziamo velocemente dall’inizio. Tutto parte da un paradosso. Questo paradosso è creato
dalla comunicazione verbale, ovvero dal parlare stesso. Di fatto, tu puoi dire
una cosa come “sì, sto andando a buttare la spazzatura,” ma di fatto essere
sdraiato sul divano di casa a guardare la TV. Stessa situazione è l’esempio del
falsissimo “cinque minuti, e sono lì.” Chiariamolo una volta per tutte, queste
sono prese in giro.
Il paradosso è creato dal fatto che tale affermazione non
genera una falsità o menzogna. Semplicemente, possiamo usare il tempo
verbale più appropriato od altre parti linguistiche (per i propri fini) per
esprimere un azione che comunque faremo sicuramente, in un qualche futuro. Lo
scopo della risposta sembra essere uno scopo utilitaristico: faccio ciò che mi
conviene. L’incoerenza con la realtà genera un paradosso.
Quando si è presi in giro, ecco cosa accade comunemente: chi
prende in giro sta tentando di farsi bello, e sminuire l’oggetto di scherno. La
persona subisce la presa in giro, e risponde in un qualche modo. La struttura è esattamente questa, ma la
verità dietro alle possibilità, che
la struttura offre, sono immense. È un insulto, che le persone si lascino
sfuggire certe occasioni!
Diversi terapisti devono i loro successi a dei veri e propri
sberleffi: a delle prese in giro, a volte colossali. I pazienti finiscono con l’essere
grati del loro operato, essendo estremamente grati del risultato ottenuto.
Tutto questo crea problemi? Vediamo insieme cosa realmente succede nella
comunicazione tra individui!
Tutto parte dalla solita cosa che si vuole sempre avere: la verità. Tutti quanti noi viviamo in una
realtà, che è un costante presente. Ogni pensiero che abbiamo, anche se
ambientato in altre epoche, è concepito nel qui ed ora. Stessa cosa vale per le
nostre azioni. Se fai qualcosa, ottieni un risultato. Questo risultato può
essere trasformato in un significato, oppure un qualsiasi altro strumento
astratto (come può essere la semplice conoscenza, o memoria.)
Quando un incoerenza avviene nella nostra realtà, ovvero
quando due cose opposte si affermano, solo una delle due cose può ritenersi
valida. L’altra soccombe. Una presa in giro mette in modo un istantaneo confronto di realtà, usando lo stesso
processo che avviene in natura, ma in quanto struttura verbale può essere usata
anche per altri fini personali, o manipolatori.
La persona, che prende in giro un'altra persona in un
ipotetico caso di scherno, sta affermando due realtà: “io sto giudicando te,
affermando qualcosa che ritengo essere la verità,” e “quello che io dico è intrinsecamente
vero o falso.”. Il risultato della comunicazione, ovvero la risposta reale, od
il comportamento, del ricevente determina per estensione il significato del
confronto. Non essendo (il contenuto verbale espresso dall’emittente) necessariamente
vero, chi subisce una presa in giro, e non sa come rispondere, valida la realtà
imposta dal concetto verbale espresso dall’emittente. Di fatto, avviene una
dimostrazione che gioca sul fatto che la precedente realtà sottintesa non è
passata al test fornito dalla realtà. In altre parole, non vi è stata coerenza. La persona che schernisce ha
vinto perché chi è stato schernito ha permesso che l’altro vincesse.
I terapisti uniscono alla presa in giro delle domande
mirate. Prendere in giro qualcuno è utile a far risaltare un contrasto tra l’instabilità
delle diverse realtà in cui il soggetto vive, ma serve una nuova direzione. Questa nuova direzione può essere data attraverso
l’uso di una domanda, che ridefinisce una parte della realtà stessa legata alla
verità sottintesa od espressa. Una presa in giro di malo gusto può ricevere una
risposta del genere, perfettamente espressa in modo calmo e pacato: “è davvero
crudele vedere una persona come te comportarsi in tal modo. È così che vuoi
essere ricordato? Come il capo bullo di una banda di amici di quartiere? Come
quello che si consumerà un domani a raccontare dei bei vecchi tempi quando non
era capace di aiutare le persone intorno a se, ma solo di farsele nemiche? È davvero
questo quello che sei? Non ti interessa nient’altro nella vita?”
Sfortunatamente, le persone che vengono prese in giro, non
sono mature abbastanza da capire che ciò che hanno bisogno di imparare è
gestire la pressione del momento.
Quando il mondo intorno a te viene messo in discussione, questo contrasto
genera pressione: sociale, personale o gerarchica. Bisogna sempre avere le
idee chiare in testa. Bisogna sapere qual è la verità delle cose, e la
differenza tra il voler credere in qualcosa (seppur falso,) e scoprire la
verità. Chi si convince di falsità, ne paga le conseguenze. Solo chi ricerca la
verità conquista la libertà, data dalla conoscenza del vero.
Quando una persona deflette le prese in giro sorridendo nel
modo giusto, ecco quello che avviene realmente. La persona che sorride ha tale
consapevolezza di questi giochi sociali, che percepisce il reale motivo di chi
prende in giro: lo stravolgere la situazione. Ma se tu hai più da perdere, che
l’altra persona da guadagnarci, da una tua reazione, ecco che il riconoscimento
di tale verità genera un sorriso, che può variare per esprimere disprezzo,
simpatia, empatia o puro intrattenimento. Ciò non toglie che chi non capisce le
vere dinamiche, e non sa poi indirizzare la situazione continuando con il fare
la cosa giusta, fa la figura dell’idiota.
Le parole non
possono cambiare la realtà da sole. Solo i fatti determinano la verità delle
realtà in cui viviamo. Non c’è peggior, e miglior, strumento delle parole. Queste
sono capaci di muovere le menti degli uomini su di un piano astratto, o
materiale, semplicemente grazie all’uso dell’intelligenza.
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