La timidezza è un emozione negativa che genera un
comportamento limitato e ristretto dal punto di vista espressivo. Rappresenta
una delle emozioni sociali che più crea confusione tra le masse, che in parte
riconoscono tratti positivi in questa emozione senza però specificare i
dettagli. A volte, la timidezza può essere sintomo di una qualche patologia.
L’animo umano è un complesso insieme di conoscenze che
spaziano dalla logica razionale all’emotività creativa. Le emozioni
compartecipano alla vita nello stesso modo in cui la ragione aiuta gli esseri
umani a diversificare la propria esperienza. Emozioni e ragione hanno come
scopo quello di preservare l’individuo, e favorirne il benessere e la
riproduzione.
Come vincere la timidezza per sempre.
Ogni individuo ha una qualche emozione che lo caratterizza.
A volte, la gente confonde la timidezza come un tratto positivo. Questa
confusione ha generato una vera e propria ignoranza circa la natura negativa di
quest’emozione. La timidezza ha una sua funzione, la quale di fatto favorisce
un atteggiamento conservativo e cautelativo.
È un emozione naturale ed utile durante la fase di sviluppo, in quanto permette
all’individuo giovane di raggiungere l’età adulta. La timidezza rappresenta però
una qualità negativa che non deve esistere negli adulti. La confusa qualità
positiva legata alla timidezza è quella velata rimembranza di adolescenza.
Quando si ha davanti una persona timida è possibile provare
emozioni positive in quanto essa ricorda alla persona che giudica un ricordo
positivo legato a quella fase, o semplicemente perché ricorda se stessi. La
timidezza viene egoisticamente riconosciuta come positiva, ma la differenza tra il vivere la timidezza ed
il giudicarla non viene espressa.
Per arrivare a comprendere come superare la timidezza in modo naturale, bisogna intanto capire
la verità dei fatti. Innanzitutto, se non sei una persona affetta da patologie,
non hai scuse che giustifichino l’esistenza della timidezza. Quella che le
persone timide hanno è una cattiva
abitudine. Questa risulta difficile da lasciarsi alle spalle solo perché viene
costantemente rafforzata dal ripetere sempre lo stesso comportamento sbagliato.
Quando un individuo adolescente prova consapevolmente la
timidezza, fa un esperienza completa di una sensazione che vuole bloccare la
propria tendenza ad entrare in contatto con il mondo esterno. Quando si è
giovani ed incoscienti, sia che siamo estroversi che introversi, il mondo
esterno rappresenta un pericolo alla nostra incolumità. La timidezza ha come scopo il mettere la propria
sicurezza al primo posto.
Durante la fase di crescita, ognuno di noi apprende degli
strumenti che sopperiscono od integrano i meccanismi che garantiscono questa
sicurezza. La sicurezza fisica può essere sostenuta da un buon allenamento
fisico unito a tecniche di difesa personale, oppure si può diventare abili
oratori. Altre persone preferiscono la strada sociale, e scoprono che avere
amici è più sicuro di essere da soli. Altri ancora scoprono che la violenza è
una via sicura. Il mondo è pieno di scelte giuste e sbagliate, ma tutti quanti
noi prendiamo una scelta.
Gli anni dell’adolescenza rappresentano la collisione di modelli diversi: il
modello dei genitori con il loro modo di pensare, il modello sociale con i suoi
valori, il perbenismo finto della società governata da leggi, la competizione
sociale tra coetanei e i diversi status sociali.
Quando un soggetto non è sicuro delle proprie strategie o
tecniche di sopravvivenza fisica, mentale e sociale, ecco che la
timidezza torna ad innescarsi. La sovrapposizione di anni di abitudini
consolida informazioni sbagliate, che poi vengono integrate da esperienze che
fanno maturare altre conoscenze. Questa mescola di informazioni distorce la
realtà, e crea pensieri negativi ed assurdi.
Per tale motivo, se un individuo impara come difendersi
fisicamente, non arriverà a perdere la propria timidezza in modo istantaneo.
Questo processo non può avvenire se non con un periodo di tempo di almeno un
mese di ripetizioni costanti, ovvero il tempo necessario a creare reali e nuovi
percorsi neurologici che uniscano il nuovo comportamento al risultato desiderato. Solo una volta
che la nuova abitudine diventa automatica il cervello sarà in grado di arrivare
a capire il perché del beneficio di questa tecnica rispetto al resto.
Perdere la propria timidezza è proprio come imparare a
guidare. Tra le varie esperienze che si possono fare al volante, c’è un abisso
che separa anche il più preparato degli studenti da un pilota con anni di
esperienza. Nello specifico, ciò che chiamiamo “esperienza” è la capacità
cerebrale di riflettere sul proprio comportamento e le risposte (o stimoli)
dell’ambiente circostante, senza doverci preoccupare di giudicare l’esecuzione
stessa.
Come sconfiggere la timidezza in modo pratico.
Riepilogando la teoria qui sopra esposta, ecco in poche
pillole ciò che è importante sapere per perdere
la propria timidezza, e vivere una vita più piena e completa:
- distingui una volta per tutta la vera natura negativa della timidezza dal finto egoismo che le persone amano vedere riflesso negli altri (tu generi la timidezza in te, e niente ti blocca realmente dal fare ciò che vuoi, sia nel bene che nel male. Stai solo supportando l’idea che non fare niente sia la miglior cosa per la tua incolumità. Ciò può essere vero fino ai 16-18 anni, anni in cui si presuppone tu abbia il tempo materiale per imparare strategie più efficaci del non fare niente. La pigrizia è la prima causa della cronica timidezza adulta, la quale rappresenta una meritata punizione.)
- comprendi le tue debolezze per individuare le azioni da compiere che minacciano la tua sopravvivenza
- adoperati per imparare le tecniche necessarie ad acquisire la conoscenza (teorica e pratica) necessaria, sfruttando ogni mezzo possibile
- seleziona strategie, tecniche e comportamenti che garantiscono un risultato positivo ed incoraggiante
- mantieni un attitudine positiva durante il periodo di apprendimento, per controbilanciare il prevedibile stress dovuto al disagio di provare cose nuove, o di eventuali fallimenti
- perdura nel nuovo comportamento fino ad automatizzarlo, stando sempre allerta per imparare metodi migliori (nuovi metodi garantiscono di non ricadere nel meccanismo della timidezza, altrimenti prima o poi si ricadrà per pigrizia)
- Evita di giudicare le risposte che riceverai dall’esterno per il periodo iniziale di prova (circa 15 giorni.). Se non ricevi proprio mai un risultato positivo può valere la pena cambiare. Molto probabilmente c’è stato un errore in fase di studio iniziale, e si consiglia di tornare a rivedere la tecnica prima di abbandonarla definitivamente, per poi passare ad altro.
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