La faccia è la parte più espressiva di noi, è il centro e
fulcro di ogni nostra decisione quando vogliamo esprimerci e relazionarci con
gli altri. Sappiamo osservare le espressioni facciali per carpirne il senso, e
questo arricchisce la comunicazione.
Le sopracciglia sono legate ai muscoli usati per esprimere
forte intensità nelle espressioni facciali. Il sorriso, così come l’orgoglio e
la soddisfazione, ricevono grandi benefici da questi muscoli, e ricevono una
forte carica espressiva che ci fa percepire visivamente l’emozione provata dal
nostro interlocutore.
Alzare un sopracciglio non è la stessa cosa
Da secoli, l’espressione universale di scetticismo e
disaccordo vede nella sua massima espressione l’alzata di un sopracciglio. Questa contrazione
muscolare può essere mantenuta a lungo, a simboleggiare la velocità con cui il
discredito delle idee altrui sta minando il rapporto di relazione stesso.
Tra persone che hanno stabilito un forte grado di fiducia
reciproca, l’alzare un sopracciglio rimane carico dello stesso potere. Data
però la conoscenza della sicurezza della relazione stessa, tale gesto viene
interpretato in maniera comica, ovvero come uno scherzoso segnale di minaccia.
Questo la dice lunga sulla diversità che esiste tra l’alzare entrambe le
sopracciglia, ed alzarne uno solo.
Quando andiamo ad osservare cosa voglia dire alzare le sopracciglia, scopriamo un
forte collegamento tra l’intensità dell’espressione facciale finale e il contesto
descrittivo del linguaggio verbale. Quando le sopracciglia sono alzate, i
significati possono essere diversi.
Alzare le sopracciglia per disprezzo, o per esprimere una dominanza diversa da
quella morale, può segnalare una forte posizione interna, e quindi far sembrare
una persona arrogante ed autoritaria. Questi sono tratti che si adattano alle
persone in comando di qualcosa. Il far esprimere la propria autorità avviene
proprio tramite queste sopracciglia alzate, tanto al punto da far vedere le pieghe
orizzontali della fronte.
Il fatto di esprimere l’intensità delle emozioni, rende
questo gesto anche utile ad essere un
gesto amichevole. E questo può far confondere, se non si è compreso bene
che l’intensità non è né una parte negativa, né positiva, delle emozioni.
Quando due persone si incontrano, spesso osserviamo l’alzarsi veloce di
entrambe le sopracciglia. Questo gesto è universalmente conosciuto come il
muovere le sopracciglia come in un flash istantaneo, per segnalare l’avvenuto
riconoscimento della presenza della persona davanti.
Quando vogliamo giudicare i segnali che gli altri ci
mandano, possiamo sempre voler conteggiare il modo in cui gli altri rispondono
a tali stimoli. A volte, questi gesti possono essere emulati senza la piena
consapevolezza dei messaggi espressi dalla parte non verbale. Il corpo però non
fa a meno di osservare determinati messaggi, e può suggerire emozioni che non sempre sono a
vantaggio di chi esprime tali tratti.
L’arte dell’espressione facciale richiede molta attenzione
ai dettagli. Uno stesso discorso può
ricevere particolare enfasi dall’alzata di uno o due sopracciglia. In tal caso,
l’emozione vuol essere diretta all’oggetto della conversazione. Ciò rende la
parte verbale estremamente complementare nel momento in cui vogliamo
comprendere totalmente l’uso di tale strumento. Un uso non corretto porterà
ovviamente a confusione, e perciò osservare tali comportamenti ci porta alla
considerazione dei modi in cui possiamo prevenire che tali situazioni
imbarazzanti si creino.
Spesso, molte persone non usano, o abusano, di tale gesto.
Non è un caso che le persone più socievoli hanno questo muscolo molto
sviluppato. Far esprimere le proprie emozioni, ed essere un libro aperto, può
essere un arma a doppio taglio, che le
persone più sveglie imparano ad usare sin da tenera età. Persino un bambino può
drammaticamente amplificare la propria gestualità nel momento in cui porta il
labbro inferiore a premere su quello superiore fino a sporgere. Ed il tutto con
una semplice mossa delle sopracciglia, che fanno destare l’istinto genitoriale
che riconosce nel figlio un emozione di tristezza.
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