Il nostro corpo si è evoluto in modo da mutare alcuni
comportamenti fino a farli diventare degli impulsi nervosi. Toccarsi la zona
che va dal retro della testa fino all’attaccatura del collo è uno di questi
gesti. Possono essere volontariamente bloccati ed inespressi, ma la loro
espressione ci dice molto su chi abbiamo davanti.
Fisiologicamente possiamo individuare un motivo difensivo
nella gestualità di questo movimento. La mano viene diretta verso il collo a
palmo aperto, in un chiaro esempio di sostegno dell’area cervicale. Si
presuppone quindi una correlazione tra il movimento stesso e lo scopo pratico
del gesto (tenere il collo e la spina dorsale dritta.). Quando l’amigdala e la
corteccia cingolata (due parti del cervello umano) recepiscono il movimento della testa che volge via lontano
dalla sua naturale direzione frontale, ecco che il braccio viene fatto muovere per
sistemare di nuovo la testa ed il collo a posto. Il suo è uno scopo funzionale.
Toccare il collo e la base della testa
Questo è un gesto davvero molto comune, e si noterà molto
soprattutto nelle persone molto attive socialmente, anche se, grazie alle
informazioni che stai per apprendere, capirai che tutti possono mostrare questo
comportamento. È sicuramente uno dei cenni che vuoi conoscere: ne va del tuo successo e rispetto.
Il gesto del toccarsi
il collo è un gesto asimmetrico. Questo ci dice che si vede sempre
riproposto in una versione singola: solo un braccio viene portato verso la
testa. Le varianti vedono un po’ di piccole differenze:
- il gesto può essere fatto velocemente o lentamente
- si può portare la mano aperta verso il collo (o il retro della testa) a mo di sostegno, cioè con il palmo aperto, oppure grattarsi le aree citate
- la permanenza della mano sulla zona interessata può avere durata variabile, e può capitare di vedere il soggetto massaggiarsi suddette aree
- il gesto può essere volontariamente fermato od impedito. Può quindi capitare di vedere un principio inconsapevole del movimento, od un tentativo di mascheramento come il toccarsi/massaggiarsi/grattarsi il lobo dell’orecchio (o la zona subito dietro gli orecchi, o altre zone adiacenti.).
Quando osserviamo questo gesto possiamo tradurlo come un
gesto di frustrazione, disagio e/o disaccordo. Sebbene non sia un gesto che mostra un ostilità od una
sottomissione completa, lo possiamo definire un gesto diplomatico. Il soggetto
porta una mano dietro la nuca, o si gratta il lato del collo, per equilibrare
il sorgere di emozioni negative durante la conversazione.
Come trarre vantaggio da questo gesto?
Il linguaggio del corpo ci stimola ad osservare quelli che
sono i significati dietro al gesto. E quando ci troviamo di fronte una persona
che mostra un qualche disagio, allora possiamo sempre cogliere l’occasione per approfondire la questione, o far leva
sul disagio.
A volte la persona può voler mascherare una qualche sorta di
indecisione, ed è allora che, notando
la mano portata verso il retro della testa, possiamo fare una qualche domanda
di chiarimento. Forse la persona vorrebbe affrontare la cosa con più calma,
oppure vorrebbe dire la sua. Questo è particolarmente utile negli incontri con
più persone: quando qualcuno mostra questa gestualità, è bene sondare il
terreno, e scoprire la magagna prima che sia tardi.
Dall’altra parte dello spettro emotivo, tale comportamento è
visibile anche quando l’emozione negativa è relativamente ostile. È il caso
della gelosia. Quando flirti con
qualcuno, se chi lo accompagna si mostra coinvolto in uno dei gesti sopra
elencati, fai attenzione!
Personalmente possiamo usare questo gesto come fa chi è molto
attivo socialmente. Dato che questo gesto è tutto sommato capito dalla maggior
parte della popolazione, molti abusano di questo pezzo di linguaggio non
verbale per sostenere meglio le proprie scuse.
Magari hanno dato buca a qualcosa, oppure stanno dicendo una falsità per far
piacere a qualcuno: la mano va su verso il collo, e dall’altra parte si ha come
la sensazione che la persona sia davvero pentita per l’errore (si gioca sulla spontaneità inconsapevole del gesto) oppure che si
voglia far piccola rispetto alle vanterie che sta portando avanti (sfruttando l'ambivalenza del gesto come gesto di sottomissione.).
Il punto forte di
questo gesto è che la sua generalità lo rende un gesto ambiguo, ma il suo punto debole è che è un forte
segnalatore di elementi nascosti od omessi che possono essere facilmente scoperti
tramite domande mirate. La polizia può usare queste informazioni subdole per sapere
quando accentuare la propria pressione nel momento in cui vuole ottenere una
confessione, ad esempio.
Grazie, molto interessante!:)
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