Ogni persona è frutto di una parte emotiva e di una parte
razionale. La nostra parte razionale è basata su dei ricordi, che registrano
varie sensazioni. Le emozioni fanno parte dei ricordi, ma sono codificate con
un metro di misura particolare, che imprime nella nostra coscienza un intensità.
Traumi, maltrattamenti, esperienze shoccanti o anche solo
errate interpretazioni possono creare dei blocchi emotivi. Non necessariamente
dobbiamo intendere i blocchi emotivi come i residui che le vittime di abusi si
trascinano. Un blocco emotivo può essere la paradossale conseguenza di un film
dell’orrore visto da bambino!
Rimedi per i blocchi emotivi: Fai da te e professionali.
Chi accusa forti disagi da comportamenti che innescano una reazione
emotiva, o abreazione, può trovare conforto in una qualche pratica terapeutica.
La classica psicoterapia ha un ottima percentuale di risultati (oltre il 50%
dei casi trattati) e l’ipnosi ultimamente sta ovviamente dando più successi degli
altri rimedi, man mano che il pubblico comincia ad apprezzare questa forma
terapeutica, e promuove il passaparola.
Ma il fatto di rivolgersi ad un professionista non deve
allontanarci dalla verità: noi siamo gli unici salvatori di cui abbiamo
bisogno. Capire e superare i blocchi
emotivi è qualcosa che ci porta ad un livello di coscienza superiore.
Conviene innanzitutto approfondire le nostre conoscenze, perché vuol dire
conoscere l’animo umano e le persone che ci circondano.
Un blocco emotivo è il risultato di un sentimento molto
forte. Questo si può essere condensato nel tempo, o fissato a seguito di un
trauma istantaneo. La causa è spesso conosciuta, ma a volte si perdono i reali
motivi. La nostra mente è magistrale nel mescolare le memorie. E di memorie
stiamo parlando. Le nostre memorie sono solo informazioni sensoriali: vista,
udito, sensazioni, gusti e odori. Tutto qui.
Traiamo le emozioni da tutta una serie di stimoli (la configurazione originale
degli elementi che costituiscono la realtà) e poi registriamo analiticamente
gli eventi grazie alla parte analitica della nostra mente, ovvero la stessa
parte che ci permette di capire che ci sentiamo così perché è successa quella
cosa. Quindi, dobbiamo comprendere che la parte della mente analitica ha fatto
il suo lavoro, così come quella emotiva. Non vi è quindi un errore, ma una
configurazione poveramente utile.
Chi vuole liberarsi da dei comportamenti inaccettabili, deve
guardare alla propria vita. Delle scelte vanno sempre fatte. Quando però non si
capisce come mai una scelta non ci sembra migliore di altre, potremmo trovare
dei blocchi emotivi che ci prevengono di prendere strade che, la nostra mente
crede, ci possano portare a quelle vecchie sensazioni o risultati negativi.
Quando si tratta di sopravvivere, la
nostra mente è dannatamente seria. E quando senti che una cosa “non è giusta,”
la mente ti sta suggerendo qualcosa di cui è certa. Il problema con i blocchi
emotivi è che molte persone che ne soffrono non si prendono mai il tempo di
rivedere le proprie esperienze passate sotto una luce diversa.
In ipnosi, come in psicoterapia, si promuove invece la
rivisitazione dei significati delle
memorie. Lo scopo è andare incontro a vecchi desideri mai soddisfatti.
Quando tempo fa abbiamo rinunciato definitivamente a determinati desideri, a
volte lo abbiamo dovuto fare controvoglia. Questo può averci “indurito” ovvero
aver creato un blocco emotivo. Da lì ogni sorta di bias cognitivo è possibile.
Idem per le fallacie logiche. Eppure molte persone sono convinte che, poiché certe
cose non sono capitate a loro, questo significhi che ciò non sia possibile, o
che è giusto che le cose vadano in un modo rispetto ad un altro. Ciò è solo
ascrivibile all’intolleranza.
Come sappiamo il mondo di oggi è intollerante. La religione,
le convinzioni politiche, l’economia, il progresso. Cosa realmente ci ferma dal
resettare tutto, e risolvere le cose una volta per tutto, per tornare alla
familiare scena dell’Eden cristiano dove ogni cosa funziona meravigliosamente?
Abbiamo la tecnologia, abbiamo le conoscenze, abbiamo la Storia che ci insegna,
abbiamo la Soluzione ai nostri problemi. Eppure non ci accontentiamo di ciò che
va bene… forse perché non è abbastanza perfetto, e quindi insignificante.
I blocchi emotivi sono la base di ogni nostra convinzione. I
blocchi emotivi positivi sono ciò che fissano le nostre regole. Tutto questo meccanismo genera
inflessibilità. Poiché accettiamo che le cose belle siano fissate in “rigidi”
schemi di cause ed effetti, allora per conseguenza anche il male è destinato a
perdurare. Ciò è il reale problema:
siamo creature coerenti, e non possiamo prenderci in giro su una cosa, e
sperare che noi non ce ne accorgiamo. La verità però è che non esiste niente di
rigido. Questa è una bugia in cui la maggioranza delle persone crede senza alcun motivo logico (se non per garantirsi la
sopravvivenza.).
Per lavorare sui blocchi emotivi sfruttiamo spesso i
processi di perdono e guarigione. La nostra mente accetta
volentieri che un blocco sia qualcosa a cui ci aggrappiamo fortemente, come ad
un salvagente in mezzo al mare. Se però ci accorgiamo di avere un supporto, o
di non aver bisogno di quel salvagente, possiamo lasciarlo serenamente, e
abbracciare il presente senza blocco.
Per sfruttare il potere
del perdono, si deve identificare le persone e gli oggetti che sono stati
la causa del nostro dolore. Questo ci porta ad avere dei simboli che
rappresentano il blocco. Spesso immaginiamo la scena incriminata, o se le
emozioni sono troppo intense, un ambiente immaginario in cui possiamo aver a
che fare con tali rappresentazioni. Le emozioni che abbiamo registrato devono
essere vere, perché non possiamo liberarci di ciò che è falso. E vuoi per
vergogna o per altri motivi, a volte è difficile tirar fuori la verità da noi
stessi.
Capita tante volte che le persone usino frasi del tipo “non sapevo di
covare tanto rancore” o rabbia o checchessia. La verità è dentro di te, e deve
essere affrontata senza remore. Se qualcosa ti spaventa, l’unica possibilità di
superare la paura ed il dolore è quella di permettere al dolore di esistere per poi potergli permettere di andare via.
Sopravviamo sempre a qualsiasi emozione. Qualsiasi emozione che viene repressa non gode della possibilità di esprimersi. E solo le emozioni represse che non portano ad azioni consequenziali possono portare alla morte (vedi i casi di infarto per paura od estrema eccitazione.).
Quando sopprimi un
emozione non fai altro che comprimerla, e modificarla. Ma noi siamo come un
filtro, dove le cose sono programmate per scivolare da una parte, e andar via
dall’altra. Quando blocchi un emozione, così come dice la parola stessa, la fermi,
e le impedisci di esistere nella sua totalità. Però tu non hai creato quell’emozione,
quindi non hai il potere di disintegrarla nel nulla. Quindi quell’emozione
rimane. Normalmente un emozione arriva, si esprime (cioè si sviluppa generando una modifica nel nostro comportamento fino ad esaurire la propria energia ed estinguersi) e modifica il nostro comportamento (e crea cioè quello che noi chiamiamo una "reazione".).
Solo la realtà fisica
che circonda i nostri sensi ha il potere di creare emozioni. Le crea
indistintamente, in quanto le emozioni sono frutto della casualità degli eventi
quando questi incontrano il tuo unico e specifico insieme di strumenti
cognitivi (i tuoi cinque sensi) e vengono registrati in modo ordinatamente
logico. Se tuo padre ti ha detto una cosa orribilmente iniqua pochi secondi
prima di morire tra le tue braccia, si crea un gran bel problema dal punto di vista logico. Una persona
può quindi preferire (al momento) di reprimere quelle sensazioni, di storpiare
il senso delle parole, di credere che non sia mai successo, o di tradurre in
modo letterale le parole ed iscriverle nella pietra del proprio ego per tutta
la vita. Quella decisione si trasforma in significato, e non in reazione. I significati restano anche per tutta la vita.
Tutto parte sempre dalla realtà dei fatti. A volte diamo troppo significato agli eventi che
ci circondano. Guarda la realtà intorno a te. Le soluzioni esistono: la fame
nel mondo può essere sconfitta oggi; le guerre possono essere fermate all’istante;
non esistono realmente dei nemici della razza umana. Siamo solo esseri umani che nascono e muoiono su una roccia che
galleggia nello spazio: quello che ci interessa è mangiare, dormire ed essere
sicuri. La verità è che ogni realtà intorno a noi è collegata a dei
significati. Credere nei significati ti inquadra in particolari schemi
cognitivi: regole. Le emozioni però non sono logiche, sono selvagge, e realmente
caotiche così come la realtà degli eventi.
Quando qualcosa ti succede, le tue emozioni hanno un
senso. Se sei triste piangi, se sei felice ridi. Esprimi sempre le tue
emozioni liberamente. Vivi! Le regole sociali, il bon ton, e via dicendo sono
tutte cose che vengono dopo le emozioni. Sono davvero giuste ed utili le regole in cui credi? Con la consapevolezza di oggi, non puoi creare delle regole migliori in cui credere, abbandonando le vecchie o migliorandole sensibilmente? Le regole non sono eterne. Sono fisse e non eterne, le puoi cambiare quando vuoi. Devi cambiarle a seconda della realtà in cui vivi. La realtà di oggi è per forza diversa dalla realtà di tanti anni fa. Aggiornati costantemente! Mai accontentarsi di aspettare l'inevitabilità del futuro. Il presente è frutto di ciò che stai facendo e credendo ora.
Reprimendo
le emozioni danneggi la tua persona. E l’umanità a piccoli passi si sta trascinando attraverso varie epoche per arrivare ad essere sempre meno dipendente da schemi esterni (regole fissate da "altri"),
così che riesca ad accettare la propria natura. L’essere umano è l’unico
animale che mette in discussione la propria esistenza senza accettarla
totalmente.
non c'e altro da dire se non:tutti abbiamo bisogno essere noi stessi in questa società.Ma la cosa difficile è accettarsi e sentirsi accettati per quello che realmente siamo.
RispondiEliminaLa Società è l'insieme di individui uniti da un Cultura. La Cultura è un insieme di idee (con diversi nomi: valori, regole, leggi, etc.) che non sempre si adattano ad ogni singolo individuo. Trovare il coraggio di essere se stessi talvolta non coincide con la volontà di crescere e maturare in un contesto a volte ostile. Accettare se stessi e sentirsi accettati sono più elementi passivi: finchè il giudizio finale dipende da altri, si sminuirà sempre la propria capacità di cambiare le cose. Si dovrebbe proprio evitare di considerare la propria immagine se non come semplice riflesso di una determinata Società e Cultura. Ognuno di noi è più di una semplice unità di Società e Cultura, ma tutto sta nella volontà del singolo di prendersi carico del proprio successo e fallimento. Troppe persone non vogliono accettare di essere falliti sotto ogni punto di vista, la maggior parte preferisce sentirsi dire bugie su quanto il mondo è cattivo e quanto tutti gli altri abbiano le colpe, seppur evitando di menzionare che mai il mondo è stato generato buono così come i suoi abitanti. Il non far parte di un "piano" in cui tutto si colloca è ciò che ultimamente spaventa e richiede l'utilizzo di metafore come l'essere se stessi come se fosse possibile davvero essere altro. Paura e ignoranza sono ultimamente le sole due cose intangibili che frenano l'umanità, il resto è la semplice realizzazione delle differenze materiali innegabili e tangibili, talvolta frutto di un Passato cristallizzatosi nel Presente attuale, talvolta frutto semplicemente di bugie avvallate da tutti anche se sbagliate.
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