Tristezza e solitudine sono spesso compagni davvero esigenti
in termini di energie. Non conviene indugiare in tali sensazioni, in quanto il
loro scopo è quello di segnalare la presenza di bisogni da soddisfare. Chi non
decide di combattere la solitudine
arriverà presto alla conclusione di non aver ottenuto nulla, se non la totale
arresa agli eventi.
Il motivo per cui si deve affrontare e sconfiggere la paura della solitudine è molto semplice:
questa paura ti toglie la possibilità di fare esperienze che possono essere
positive o negative, e non da niente in cambio. E se non hai considerato ancora
l’importanza delle esperienze positive e negative, considera per qualche
istante tutti gli insegnamenti che hai appreso nel corso della tua vita.
Noterai facilmente come è stato tramite degli errori che hai appreso le lezioni
più importanti.
Liberarsi di questa paura vuol dire quindi accettare di
essere un essere umano completo, che può soffrire e gioire. Il problema legato
alla solitudine è un problema legato alla propria capacità di esprimere le
proprie emozioni. E per esprimere le emozioni, le sensazioni interiori devono
trasformarsi in impulsi che devono spingerci a compiere azioni che mirino a
creare un nuovo equilibrio. Ma qualcosa va storto per chi soffre di questa
paura.
Solo/a in mezzo a più di sette miliardi di persone
Nella società odierna la solitudine è un argomento di
prospettiva. Se ti vedi diverso da tutto e tutti, se rifiuti qualsiasi regola e
legge perché la trovi incompleta o giusta, e se pensi che nessuno ti capisca
davvero… domandati perché. Domandati di chi è la responsabilità che i problemi
si risolvono, e poi domandati perché non li stai risolvendo tu. Riacquista la
capacità di valutare i paragoni che poni alla tua mente.
Se noti che il mondo non va come dovrebbe, e se ti guardi
intorno e noti che sei l’unica persona a cui tali cose danno veramente noia,
allora fai qualcosa. La solitudine la sconfiggi attraverso le azioni. È così
che le persone “normali” fanno: agiscono sulla base delle proprie emozioni (tra
cui amore e odio sono forse le più basilari di tutte). Trova qualcosa che ti
smuova. Sia che sia una cosa positiva che negativa. Trova qualcosa che credi tu
meriti di ricevere di più o di meno. Dopo ricerca quali sono i modi migliori
per risolvere la cosa.
Questo è un approccio molto standard per risolvere il
problema della solitudine. È un modo pratico, che ti terrà impegnato e non ti
farà considerare tutti i dettagli. Del resto, se agendo ti metti a ricercare le
soluzioni, inciamperai per forza negli altri mezzi e metodi creati prima da te
da persone che condividono alcuni dei tuoi stessi interessi o desideri. E non
esistono veramente attività, professioni, missioni o azioni che creano
solitudine. Si è sempre a contatto con gli altri. E facendo qualcosa che trovi
utile, avrai modo e tempo per equilibrare naturalmente la paura della solitudine.
Imparare ad amare davvero
La solitudine è però una fobia molto curiosa, che a volte si
manifesta al contrario delle aspettative. È infatti frequente il caso in cui
chi ne soffre è tutt’altro che una persona sola. Anzi, spesso sono le persone
che hanno la paura di venire abbandonate, a subirne. E questa versione è
dipendente da una condizione interna di dipendenza o codipendenza.
Alcune cose vanno semplicemente risolte pensandoci sopra. E
questo non deve essere considerata una cosa da prendere sottogamba, perché molte
persone pensano che sia troppo facile o troppo difficile pensare a qualcosa.
Sono tanti i meccanismi di difesa, o scuse, che la nostra mente è capace di
offrirci. Eppure i risultati sono evidenti, e sono capaci di dimostrare che la
realtà è tutt’altro. Ma molte persone continuano a vivere in illusioni perenni.
Prima di tutto quindi bisogna abbracciare l’onestà. Onestà verso se stessi, prima
che verso gli altri. Se una persona mente a se stessa, allora decide di
arrendersi. La nostra volontà e la nostra consapevolezza sono le cose che ci
rendono capaci di miracoli e imprese grandiose. Ma la disonestà ci uccide.
Uccide ogni cosa di noi: il presente, il futuro, e intorbida anche il passato,
rendendolo solo una presa in giro.
I film sono ottimi per analizzare l’importanza del concetto
di onestà. I libri di narrativa, che spesso illustrano una storia lunga e
complessa, a volta possono non far passare certi messaggi bene come i film, che
sono visivi e veloci. In tantissimi film, l’onestà e la disonestà sono tra le
qualità che determinano i protagonisti positivi e negativi. Possono esserci
infatti protagonisti sinceri e onesti in ogni qualsiasi situazione, come Jack
di Titanic (e disonesti come il fidanzato predestinato di Rose, che invece è
disonesto ed egoista), ma ci possono anche essere figure opposte, come il
disonestissimo Capitan Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi (il quale ammette
lui stesso la sua disonestà, inanellando un meraviglioso gioco di parole quando
dice che di un disonesto ci si può sempre fidare perché sarà sempre disonesto,
ed è invece degli onesti che bisogna aver paura e timore.). Nella saga dei
Pirati dei Caraibi i cattivi sono sempre state persone che si fingono oneste, e
che si comportano come tali finchè non rivelano la loro vera natura. (già nel
quarto capitolo si privilegia invece il contrasto tra personaggi simili, e non
so niente dei Pirati dei Caraibi 5.)
Una volta considerato il peso e l’impegno che ci vuole per
essere e mantenersi onesti, almeno con se stessi, si deve imparare ad amare. Ad
amare davvero, apprezzando cioè la sensazione e l’emozione quando c’è. L’amore
va e viene. Quando decidiamo di prendere impegni di natura amorosa, non
accettiamo anche che l’amore resti per tutta la vita. Una relazione è uno
sforzo continuo. Le relazioni sono destinate a nascere e morire per loro
natura. È l’impegno umano che permette alle coppie di durare così tanto.
Imparare ad amare ti insegnerà a capire come la nostra vita
è un miscuglio di tantissime emozioni. Molti non sanno che pochi nomi di
emozioni, eppure non si tratta solo di ingrandire il nostro vocabolario
personale: le emozioni sono le briglie che sono capaci di farti dirigere verso
determinate destinazioni rispetto ad altre. Imparare un po’ di emozioni vuol
dire imparare ad amare se stessi.
Quindi come si risolve la paura della solitudine per queste
persone? In modo graduale. Prima di tutto prendendosi il tempo per riflettere
bene e davvero sulle nostre attuali convinzioni. Solo dopo si deve capire quali
azioni stiamo intraprendendo (quotidianamente o ripetutamente) che ci
impediscono di lasciar semplicemente far andare gli altri per le proprie
strade. Una volta che si capisce cosa stiamo sbagliando, si può procedere a
seguire il primo consiglio, e seguire la nostra vita per i suoi sentieri. Le
persone le troveremo per strada. E migliori diventeremo, migliori saranno le
nostre relazioni. Naturalmente, e senza sforzi.
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