Esiste tutto un mondo sul modo di comportarsi con gli altri.
Alcuni la chiamano etica, e molti basano le proprie azioni su valori morali,
precetti e credenze personali o religiose. Quando si parla di relazioni però,
tutti concordano su una cosa: esiste un legame tra persone diverse, o di stampo
diverse, e questo legame che lega gli esseri umani tra loro favorisce il
nascere di una emozione molto comune, ovvero la simpatia.
In psicologia, la
capacità di provare emozioni verso gli altri è detta empatia, e si differenza
dalla simpatia per una qualità fondamentale: la prospettiva.
Nel parlato di tutti i giorni, risultare simpatici vuol dire piacere agli altri
in un certo modo, ovvero sprigionare determinate risposte che rendono il
giudizio altrui un giudizio tutto sommato positivo. Fanno eccezioni alcuni
commenti sarcastici o sardonici, ma il mio intento è quello di tessere un ponte
tra i due regni (della psicologia e del sociale) per venire incontro a quel
bisogno inespresso che molte persone hanno: fondere l’empatia e la simpatia
utilmente al fine di creare legami con altre persone.
Come diventare simpatici: i tre fondamenti per la trasformazione personale.
Una volta capita la
differenza di prospettiva tra l’empatia e la simpatia dal punto di vista
psicologico, ecco come le tre attività possono essere usate sinergicamente per
migliorare la propria abilità di creare, mantenere e curare le proprie
relazioni:
- L’empatia ci serve per capire ciò che ascoltiamo.
- La simpatia ci serve per metterci nei panni dell’altra persona.
- Il nostro comportamento è un ago sulla bilancia del rapporto che abbiamo con l’altra persona.
Non esiste un punto da cui partire, ma ognuno di noi ha una
preferenza, e per alcuni risulterà più facile sviluppare una qualità rispetto
agli altri. Al contrario di qualità fisiche, tutti possiamo migliorare e
controllare il nostro comportamento, quindi chiunque può raggiungere un
miglioramento nelle seguenti aree. Gli esempi servono ad inspirare il processo
mentale che personalmente deve guidare la persona a capire quale punto del
proprio io necessita una stimolazione maggiore, e quali atteggiamenti od azioni
possono favorire il miglioramento dei propri risultati con gli altri. Tali
risultati devono essere basati sugli effettivi sviluppi del rapporto. Talvolta
capiterà di sbagliare perché sbagliare è umano. Gli errori devono essere di
ispirazione per le correzioni. Le relazioni umane sono destinate ad iniziare e
finire.
Sviluppare l’empatia
è qualcosa che per alcuni può partire dall’immaginazione. Esistono momenti
molto precisi durante i quali parliamo con gli altri, e gli altri descrivono
alcune esperienze che noi conosciamo bene (ed a volte crediamo di saperne di
più di chi sta parlando.). In tali occasioni, abbiamo l’occasione di sviluppare
la propria empatia. L’empatia è qualcosa che si ha, ma che può raffinarsi. Chi
pensa di essere empatico, ma non conosce i limiti della propria empatia, non è
empatico quanto crede di essere.
Gli attori hanno sviluppato metodi “pericolosi” che
permettono loro di entrare in empatia con i loro personaggi. Per questo motivo,
esistono anche terapie che coinvolgono il teatro, la teatralità e la
rappresentazione (più o meno) scenica. Ma non voglio annoiarti con queste tecnicità.
La cosa importante da capire è che sviluppando l’empatia sprofonderai nel reame
delle emozioni. Lo stereotipo sessista vuole che gli uomini siano meno bravi in
questo tipo di esercizi, ma ognuno è diverso. Infatti, l’empatia dipende dalla
propria capacità di interpretare realtà altrui od immaginate. Le emozioni
possono essere proiettate da altre persone, ma in quel caso la causa può sia
essere l’empatia di chi le proietta oppure l’insieme di tutta la situazione. L’empatia
è un’esperienza personale che unisce significati esterni (o stimoli di altra
natura,) e li trasforma in emozioni.
L’ascolto è il
metodo comune più usato per sviluppare ed esplorare la propria empatia. Quando
ascolti qualcuno, (e per sviluppare l’empatia dovrai incoraggiare a far parlare
la persona sempre di più, per far svelare i dettagli sempre più personali che
ti daranno ulteriori informazioni per dettagliare la tua esperienza emotiva,)
il tuo scopo è quello di vivere mentalmente la scena che l’altra persona vuole
trasferirti parlandoti. Quando qualcuno parla, è come se si stesse dipingendo
un quadro. C’è differenza tra il vedere un quadro a colori od in bianco e nero.
Facendo domande che scavino in profondità, sarà come avvicinarsi al quadro per
capire se le pennellate sono state profonde o se l’artista non è stato generoso
con la tempera. Ogni parola, pausa od enfasi può darti strumenti che
cambieranno il modo in cui ricreerai nella tua mente l’evento narrato.
Concluderai l’esperienza mentale immergendoti in tale realtà, al fine di capire
quali emozioni possano essere state provate.
Alcune persone si chiederanno che senso ha fare una tale
operazione, dato che non si può sapere cosa ha provato l’altra persona. Si è
sia corretti che sbagliati a pensarla così. Si ha ragione perché le emozioni
sono totalmente personali, ma si sbaglia nel credere che la razza umana non
abbia delle risposte genericamente simili. E quando impari a capire le emozioni
provate dagli altri, complimenti. Hai fatto il tuo primo passo. Continua fino a
trovare i limiti estremi della tua empatia. Una volta trovati saprai quando
dire agli altri che non riesci a capire cosa hanno provato. L’empatia favorisce l’onestà morale, quando
è esercitata in modo assertivo durante una conversazione. È desiderabile
conoscere persone empatiche perché favorisce il grado di fiducia tra due o più
persone. Gli altri capiscono che tu li comprendi, e ciò piace.
La simpatia nasce
da un meccanismo leggermente diverso. Facilmente foraggiata da religioni che
tendono ad aiutare il prossimo, o da precetti impartiti in altro modo, il
comportamento simpatico è spesso mascherato da atti di altruismo. Ma non deve
essere così, e si può arrivare alla verità della simpatia attraverso questa
differenziazione: la simpatia si raggiunge attraverso la sottomissione del
proprio io durante il processo empatico. Notare che si può provare simpatia
senza essere empatici, io sto solo indicando un processo che permette di unire
il tutto.
Quando si ascolta l’altra persona, o durante un percorso
immaginato, nasce spontaneo una serie di emozioni. Queste emozioni originali
possono dare come conseguenza la divergenza delle proprie idee fino a
contaminare il processo stesso con ciò che “noi” avremmo fatto. Ciò però è
nemico del processo empatico. L’empatia non prevede alcun giudizio durante la
fase di ascolto. La simpatia può giudicare. Ma se sfruttiamo questa differenza
a nostro favore, ecco che possiamo dare il permesso a noi stessi di seguire le
azioni del racconto fornito.
Come un attore che deve seguire il copione, non dovranno
essere contestate le azioni dell’altra persona. Ciò ci porterà ad accettare
come fattibili le azioni altrui. E quando si realizza la possibile conseguenza
realistica di tali decisioni, ecco che si potrà entrare sempre più nel modo di
comportarsi dell’altra persona. In tal senso, si razionalizzano le azioni altrui
a posteriori, ovvero le dovremo giustificare dopo che avremo capito quale
risultato avremo ottenuto a fronte del risultato desiderato. Con questo
procedimento avremo acquisito il punto
di vista altrui.
Completa il quadro complessivo il nostro comportamento. Un
comportamento che unisce empatia e simpatia è un comportamento che può assumere
i tratti più diversi, al contrario di quanto il pubblico tende a credere quando
viene esposto a tali concetti. Molti credono che si tratti di diventare la
persona paziente che ascolta fino all’ultimo, ma non è necessario seguire
questa strada, diventando così lo psicologo del gruppo o della relazione. Assolutamente
no. Ognuno di noi ha uno stile diverso. Ognuno ha limiti personali, e modi di
rispondere a diverse realtà che ci rendono unici anche nel comportarci in modo
simpatico. Ma ci sono tratti comuni che possono trasparire anche nel classico
bullo testa calda, ma che ci fanno lo stesso ammirare od apprezzare qualcosa in
quella persona così stranamente interessante:
- Disponibilità a far parlare gli altri.
- Domande aperte, o chiuse ma mirate a recuperare informazioni vitali.
- Espressività molto accentuata, sia facciale, gesticolare e/o tonale.
- Senso della logica spiccato, od uso anche troppo generoso dei nessi logici.
- Tecniche comunicative di persuasione.
Sono sicuro che molti devieranno i loro pensieri ad un certo
punto, e penseranno a tutte quelle persone che pur comportandosi nei modi più
egoistici arrivano ad avere lo stesso un folto gruppo di seguaci. Quelle
persone stabiliscono legami di altro tipo: sfruttano o sono sfruttate dalle
altre persone. Le loro relazioni non sono paritarie, e sono destinate a
rimanere sole, anche se a volte passano degli anni. Il tempo chiede il
conto a tutti, ed alcuni non ricevono seconde chance. E lo sanno anche alcune
di queste persone. Le realtà sono talvolta complesse, ma sta a noi sceglierci il
futuro che vogliamo per noi stessi. Ognuno cerca alla fine di ottenere sempre
la stessa cosa: un legame con gli altri. La solitudine può piacere, ma non è
molto desiderata sul lungo termine.
Tornando sul seminato, un comportamento che dia risultati
per cui si resti simpatici prevede una serie di accorgimenti mirati. Lo scopo
iniziale è sviluppare determinate caratteriste che premiano sia l’empatia che
la simpatia. Come idea generale da tenere a mente, l’esempio della bilancia è
sempre un ottimo punto di partenza: immagina che il risultato del giudizio
altrui sia una somma di tantissimi giudizi più ristretti. Ti giudicheranno per
quanta fiducia possono darti, quanto piaci per come ti vesti, gesticoli, etc.
Le regole sociali di base inerenti il gruppo di persone che intendi frequentare
si adattano sempre: circoli sociali, caratteristiche personali, etc. Questi
giudizi sono imprescindibili, e lasciano un risultato grossolanamente identico
nel grosso delle tue relazioni. Forse gli altri ti vedono come una persona
timida, ma forse ti percepiscono tutt’altro! Questo è qualcosa che sarebbe
utile sapere prima di iniziare a lavorare su te stesso, perché ti da una
base su cui partire e su cui misurare i tuoi reali risultati per ottenere il
risultato desiderato. Qualunquesia il tuo obbiettivo, decidilo. Non tutti decidono la stessa cosa, e ci
sono tanti motivi per cui voler piacere agli altri! Il link che ho appena messo
ti porterà ad un post che ho creato proprio per aiutare le persone a fissare un
obbiettivo corretto, e che ti aiuterà ad ottenere ciò che vuoi.
Ottenuto il tuo obbiettivo, avrai il tuo punto di arrivo. Se
non hai il responso di altri sulla tua prima impressione, ce la puoi fare lo
stesso, ma farai fatica in più per niente. Sta a te. Ma continuiamo: le persone
ti giudicheranno ovviamente per come ti comporti con loro, sia verbalmente che
non verbalmente. Qui userai le tue strategie e tattiche sociali per raggiungere
una conversazione, durante la quale puoi avere un’occasione di sviluppare le
tue abilità di empatia e simpatia. Parti da una delle due, e praticala per una
settimana, cercando di fare una buona pratica mirata. La prossima settimana
sviluppa l’altra, e durante al terza sperimenta facendo cose anche un po’
contro corrente (o puoi cercare di vivere una settimana adottando il modo di
fare di altre persone che hai conosciuto nelle precedenti settimane,
rafforzando così la memoria ed esercitando la tua creatività.).
I più pigri penseranno ora che non è facile fare così tante conversazioni
per così tante settimane. Questo tipo di obbiezioni possono essere superate
allargando un po’ la propria esperienza del web, il quale ti offre di tutto: dalle
chat ai social più diversi. Puoi trovare persone ovunque nel web, con cui
parlare, chattare e condividere esperienze. Non ho mai visto nessuno aver
problemi a cercare di fare amicizia con qualcuno anche lontano chilometri dalla
propria città dopo che è stato espressamente detto che si sta cercando qualcuno
solo per parlare. Sicuramente, si incontrano persone che non rispondono, ma
ancora: vivono a chilometri di distanza. Basta cercare, qualcuno si trova
sempre. Le persone sono molto più aperte di quanto molti temono.
Al contrario, rilancio con il dire che se la risposta di
estranei è sempre negativa, allora vuol dire che le proprie capacità
comunicative richiedono un aiuto specializzato e mirato. Contattare persone
estranee è il primo esercizio di simpatia ed empatia che tutti dobbiamo
risolvere con successo, altrimenti bisogna rivolgerci ad uno specialista perché
vi sono blocchi di altro tipo. Non devono esistere alcun tipo di problemi nel
contattare altre persone. Imparare come
essere simpatici vuol dire sviluppare e migliorare l’uso di qualcosa che
abbiamo sempre avuto ed usato in un certo modo e grado, personale per ognuno di
noi; niente di impossibile.
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