Come la mente dimentica le informazioni
Ogni evento che ci capita viene codificato dai nostri sensi
in una serie di informazioni. Queste informazioni sono poi messe in un archivio
mentale, e si riattivano tramite il processo di anamnesi. Ogni volta che
ricordiamo, i nostri ricordi hanno una qualità particolare: alcune memorie sono
più lucide, altre sono meno forti.
Dobbiamo quindi capire prima come
funziona la memoria. Se si è in grado di avere il controllo su questa, cioè
riuscire a ricordare meglio, si può anche fare il passo successivo, ovvero
cancellare volontariamente le informazioni.
Per continuare quindi il discorso sulle informazioni già
espresse, bisogna sfruttare il concetto di associazione. Quando abbiamo
codificato un informazione, questa può essere stata unita ad emozioni o altro.
Per dimenticare procediamo a creare un permesso interiore
che per prima cosa ci da il via libera a poter procedere. Se una parte di noi
crede che quell’informazione sia importante, e non vi è allineamento tra tutti
i processi in atto come già descritti, allora è inutile procedere.
Per un maggiore approfondimento di tutti i processi in corso
può essere utile leggere un processo parallelo a quello del dimenticare le
informazioni, ovvero come
star male. Non esiste niente di negativo o positivo, esistono solo dei
risultati ed il loro contesto ci fa percepire la situazione. Solo allora la
nostra mente attiva un giudizio.
Dimenticare può quindi essere utile, e per procedere basta
solo continuare per associazione o per volontà. Per associazione dobbiamo
cambiare le qualità dei ricordi, sostituendo alle emozioni positive una o più
emozioni completamente neutre.
Non ci stupisce il fatto che di tutte le azioni giornaliere
ne esistano tantissime che passano completamente inosservate e che facciamo
quasi inconsapevolmente. Come quando chiudiamo il gas o la porta di casa. Sono
azioni talmente meccaniche che non superano la soglia di attenzione che usiamo
quando invece vogliamo memorizzare.
Ebbene, anche quelle azioni meccaniche hanno una loro
emotività. Se si riesce a sostituirla alle sensazioni legate alle immagini o
suoni del ricordo originale, ecco che si comincia a slacciare i cardini della
nostra memoria.
I ricordi sono oggetto di confusione. Lo sanno bene le forze
dell’ordine. La polizia ha tecniche molto precise per interrogare qualcuno sui
fatti, perché sa che anche il più benintenzionato di noi può cadere vittima
delle fallacie logiche o dei agli concetti alla base della mente umana.
Ripercorrere gli stessi ricordi ancora e ancora può portare
alla depressione. Perché? Perché quando sono ricordati vengono amplificati. Ma
se ogni volta che vengono rivisitati vengono sminuiti e neutralizzate le
emozioni, ecco che la trasformazione avviene. Potrebbe non essere necessario
eliminarli. Anzi, come accade, si potrebbe arrivare a riderne.
Se si vuole comunque eliminare il tutto, e fare piazza
pulita, allora serve una strategia completa, e per questo serve un chiaro
controllo dell’ipnotismo che si
vuole usare, o l’aiuto di un esperto.
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