Amare la vita: l’arte di amare



amare la vita
La vita è un caleidoscopio di avventure. A volte belle, a volte brutte. E ci ritroviamo sempre più spesso a dover considerare i fatti della nostra esistenza. Le cose belle spesso pensiamo di essercele meritate. Le cose brutte invece è più facile incolparle ad altri.

La nostra giornata comprende sempre le solite ventiquattrore. Quanto tempo della giornata passi a rivolgere pensieri amorevoli verso te stesso? L’amore è qualcosa che si impara a rendere un arte. Facciamo chiarezza!

Significato di amore

La parola stessa “amore” deriva dal greco, e si rifà ad un termine fratello della parola che vuol dire “desiderio.” L’amore è una sensazione interna che ci pervade i sensi, e ci fa inclinare positivamente verso un determinato oggetto d’amore. Per i greci non vi erano dubbi, l’amore nasce dalla bellezza estetica. La pura apparenza, niente bellezza interna. La bellezza interna non esiste, quando si parla di amore.

Sicuramente per molti questa ultima frase avrà stonato parecchio, eppure il discorso merita una sua attenzione. I greci non erano tanto stupidi se da loro abbiamo appreso il linguaggio. La bellezza estetica come la intendevano loro era frutto di passione spontanea di un individuo (cioè il relativismo) e al tempo stesso della composizione estetica (cioè della scelta razionale degli elementi e dei loro rapporti di qualità.).

In altre parole, l’amore è ciò che proviamo quando ci piace qualcosa senza un vero senso di spiegazione, oppure con un senso di spiegazione molto preciso. Ora, come guardi alla tua vita? Pensi sia qualcosa di estremamente complicato? Facile da capire? Tutto parte da qui.

Amare veramente: come si fa?

Quando il nostro occhio od i nostri sensi sono rapiti da quell’attenzione assoluta che caratterizza la presenza di un sentimento di amore, la nostra mente è in uno stato di osservazione. Ci eleviamo in una posizione di pura osservazione. Per pochi attimi, non partecipiamo nella stessa realtà di azione, ma ne godiamo l’esistenza.

Tutto questo avviene in pochi attimi. Si deve prestare attenzione a questi eventi, per coglierne le sfumature. Ma il trucco è tutto qui. Bisogna capire che per amare qualcosa bisogna rallentare, fermarsi, ed osservare. Osservare l’interezza della cosa che stiamo analizzando, o guardando. Bisogna metterci in uno stato di fluttuante “indisturbabilità”. Come anestetizzati da qualsiasi altra cosa che non assorba la nostra attenzione quanto l’oggetto della nostra attenzione.

Chi ha dei figli, capisce che la presenza stessa di questi è qualcosa di unico al mondo. Chi ha una persona amata, non concepisce la sua vita senza questa persona. Chi ha una vita amabile, apprezza la sua varietà e profondità.

L’arte di amare ogni cosa è possibile, a patto che si impari cosa voglia dire amare. Tutto questo non vuol dire che si debba diventare maestri zen, figli dei fiori o quant’altra figura stereotipata, per vivere in un mondo di amore. Si tratta solo di mettere da parte l’odio che la nostra società ci propina ogni giorno (concordato o meno lo lascio decidere al lettore) e riappropriarsi di quella capacità che ci fa constatare che sì, le persone intorno a noi possono essere odiose, ma che persino nella loro complessità anche loro rappresentano qualcosa di bello e amorevole. 

Come l’angolo sporco e stonato di un quadro che possiamo osar definire un capolavoro: l’angolo che stona così tanto, non fa che esaltare il contrasto tra ciò che è bello e ciò che è riprovevole. Con il beneficio che una volta compresa la differenza, potremo notare anche le venature e le strutture dell’angolo mal fatto. Così che nella sua incomprensibile presenza si possa forse scorgere una qualche struttura interna, di una sua bellezza ed ordine. Forse non c’è, ma cercare non costa nulla. E se poi non c’è niente, un senso di liberazione ti sommergerà, per darti l’autorizzazione a tenere lontano per sempre da te una tal fonte di infelicità.

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