Farsi amici: una guida per sputasentenze.



sputasentenze
Alcune persone trovano difficile farsi amici ovunque vanno, e qualunque cosa fanno. Spesso interessati ad uno o più argomenti, tali persone adorano parlare (in generale) e questo loro amore caccia loro in situazioni poco piacevoli, di cui però sono spesso all’oscuro.

Non tutti cresciamo con la stessa educazione e le stesse figure genitoriali o di tutoraggio. Molti bambini sviluppano difetti sociali che sono facilmente correggibili, e che loro stessi vorrebbero risolvere, ma non possono perché sono vittime dello stesso sistema sociale in cui vogliono entrare. Il mondo sociale è un mondo in continua evoluzione.

Smettere di dare giudizi e consigli a sproposito per sempre.

Ognuno di noi è esperto in qualcosa, anche se fosse solo un campo dello scibile umano. Tutti hanno una qualche passione od abilità personale, persino chi è affetto da autismo. È proprio dell’essere umano raggiungere un livello di specializzazione, al fine di ottenere un elevata qualità di funzionalità e consistenza nel risultato desiderato. Questo è bene specificarlo perché ogni persona sa qual è il suo campo di specializzazione, anche se esistono alcuni individui particolarmente poco riflessivi che pensano di esserne all’oscuro. Basta rifletterci per scoprire subito in cosa siamo bravi.

Alcune persone eccellono in determinate arti o conoscenze, ed è un loro pregio. Purtroppo, non tutti hanno un chiaro controllo delle proprie capacità e conoscenze. Alcuni hanno problemi a mettere in prospettiva la realtà dei fatti, per cui se io so fare bene una cosa, è normale che esistano anche persone che non lo siano. La nostra realtà deve costruire un legame di causa effetto che ogni singolo individuo deve testare attraverso le proprie esperienze sociali. Tutti possiamo sbagliare, ma l’importante è correggersi.

Esistono almeno due casi di persone che possiamo definire sputasentenze: il primo è il saggio ignaro di essere ritenuto saccente ed impertinente; il secondo è il caso del recidivo convinto od arrogante.

Per quanto possa sembrare strano, il primo caso di sputasentenze è colpa della società, degli altri, di noi tutti. La indiscutibile mancanza di comunicazione è comprensibile per via delle regole sociali legate al desiderio di non ferire gli altri, e farsi dei nemici, ma queste sono solo scuse lampanti quanto la trasparenza dell’acqua. Non troveremmo problemi a fermare una persona che sta per trangugiare un bicchiere di acqua in cui vediamo galleggiare a metà qualcosa di non sano o pericoloso, ma troviamo strano il fermare gli altri o redarguirli quando si comportano male. Questo è un difetto di chi non parla: è mancanza di onestà. Una volta che la persona viene messa al corrente della soluzione adatta, può trasformarsi e correggersi, o diventare uno sputasentenze recidivo.

Il secondo caso è la persona impertinente che tutti abbiamo avuto modo di conoscere. Alcuni dei lettori si renderanno conto di essere stati loro stessi dei recidivi, o di esserlo. E va bene lo stesso. Nessuno obbliga nessuno ad essere socievole ed ad avere amici e felicità. Eppure, l’abitudine di dare giudizi e consigli è qualcosa che va profondamente capita, perché l’incomprensione sociale esiste da entrambe le parti. Nessuna delle due parti (sputasentenze ed altri) è malintenzionata, né nessuno vuol causare problemi, anche se questi accadono. Perché?

farsi amici
Tutti quanti vogliamo comunicare per ottenere qualcosa, chi più chi meno. Il mezzo della comunicazione è l’espressione di messaggi, che vanno dalla semplice richiesta d’azione, al complesso sfogo emotivo. Esistono persone che non capiscono le richieste di azioni, ed altri che non capiscono gli sfoghi, o entrambi. L’essere umano è un animale curioso. Ma possiamo crescere, e crescendo diventiamo più consapevoli ed efficienti, perché nessuno che sappia fare richieste semplici ma ignori l’utilità degli sfoghi emotivi (e viceversa) è davvero una persona completa. Io semplifico ovviamente, ma spero di aver reso l’idea. E poi, sette miliardi di persone su questo pianeta voglion dire sette miliardi di stili comunicativi diversi. Quindi forza e coraggio! Animo! C'è da imparare per tutti e spazio per migliorare, in abbondanza!

L’espressione di certi messaggi è caratterizzata da una chiara direzione. Ma per chi è “chiara” l’espressione di un messaggio se non per colui che lo emette? Chi è dall’altra parte, in questo caso l’ascoltatore, ha il compito di capire il messaggio. Se il messaggio è andato nella direzione giusta, l’altra persona capisce cosa vogliamo dire, ma se va nella sbagliata, ogni cosa può succedere. Ecco cosa accade quando uno sputasentenze incontra una persona diversa da lui/lei. Le nostre idee comunicative non si incontrano, e non vanno nella stessa direzione. Ogni conversazione deve andare nella stessa direzione: non si può rispondere ad una semplice richiesta con uno sfogo emotivo, eppure è questo che accade nella realtà. C’è incomprensione.

La necessità degli sputasentenze è davvero una missione nobile perlopiù: condividere la conoscenza, le soluzioni migliori, il pensiero critico, e molto altro. Il motivo delle persone emotive è un bisogno diversamente utilissimo per la persona che la utilizza: riequilibra le nostre energie, mostra parti di noi agli altri, indaga la nostra natura nel profondo, permette di evolvere la nostra consapevolezza (qualora la discussione sia continuata secondo le regole dell’arte della conversazione,) etc.

È troppo facile per entrambe le parti accusare di egoismo l’altra posizione. Serve comprensione da entrambi i lati, perché litigando non si ottiene mai nulla, e superando i problemi si ottiene sempre tutto e di più. Bisogna promuovere una maggiore comprensione, ed è facile ottenerla tramite l’ascolto attivo.

Attraverso l’ascolto attivo non si deve cambiare se stessi, non ci dobbiamo adattare agli altri, ma possiamo migliorare la situazione generale rispettando le necessità ed i bisogni altrui. Una conversazione va sempre nella stessa direzione, ed a volte può essere davvero utile usare i nostri strumenti per andare in direzioni leggermente diverse delle nostre, mantenendo quella unicità propria della nostra capacità preferita. Ogni sputasentenze sa che può tenere per se le soluzioni che ha in testa, e che al contrario può svilupparne di meglio attraverso (nel caso dell’esempio sostenuto in questo pezzo) i mezzi dello sfogo emotivo. Basta rifletterci: la comunicazione è fatta sempre delle solite parole. Consigli ed emozioni sono veicolati da parole, ma le soluzioni non sono parole che aiutano le emozioni. Non finché non cambi le parole che usi per guidare le emozioni verso la soluzione. E purtroppo l’errore che lo sputasentenze fa è dare la soluzione troppo presto! Analizza gli sfoghi: sono lenti, inesorabili, a volte vanno avanti per ore o giorni. Sta alle tue capacità comunicative gestire la conversazione.

Per chi è abituato a sfogarsi, il consiglio giusto è sempre il solito: bisogna rispettare la buona intenzione degli altri, ma permettere a chiunque di sapere che non è il modo che noi preferiamo, e che se vuole davvero aiutarci deve fare uno sforzo anche lui/lei, così come tu hai fatto lo sforzo di ammettere il tuo egoismo. È un tuo diritto essere egoista, perché l’egoismo non è sempre una dote negativa, anzi. Senza egoismo non avremmo il concetto di libertà, né di guerra, ma saremmo automi. Ognuno di noi ha un ego, quindi smettiamola di fingere che sia inopportuno ricordarcelo. Le cose basta dirle. Così fanno le persone mature.

Detto ciò, non sempre è utile dare consigli, e non sempre è utile sfogarsi. Una conversazione può essere o non essere inopportuna a seconda del tempo, luogo, etc.  Quindi è bene ricapitolare. Quando hai capito che tipo di persona sei, o con chi hai a che fare, ricordati di sfruttare i principi dell’ascolto attivo:

  • Fai domande mirate a confermare i tuoi sospetti riguardo cosa pensi di aver ascoltato od intuito/dedotto. Non esistono domande banali quando si tratta di ascoltare una conversazione orale che si svolge sul momento, ficcatelo bene in testa. Se proprio non riesci ad immaginare perchè quella persona si sta sfogando, ammetti prima la tua confusione (ammetti sempre la tua verità cognitiva così come interpretata dalle tue attuali capacità prima di agire) e poi chiedi.
  • Non giudicare le cose dette dagli altri in termini di buono o cattivo, ma di utilità od altri valori neutrali e non moralmente o culturalmente caricati di altri tipi di significati che possono esprimere giudizi assoluti (sempre riguardo alla morale o cultura locale.).
  • Nel caso in cui sei incerto sul modo di vedere od esporre le cose dell’altra persona, fai domande. Non correggere gli altri in modo diretto o dicendo che si devono essere sbagliati, mai dai loro la possibilità di correggersi tramite delle domande, se qualcosa non ti torna.
  • Quando vuoi proporre qualcosa, una domanda si adatta bene per tastare il terreno e scoprire se è opportuno proporre la tua idea o contribuire con le tue esperienze emotive.
  • Se l’altra persona ti propone qualcosa, puoi sempre rispondere (dopo averne capito lo scopo) offrendo la tua visione del mondo, descrivendo le tue esperienze per accentuare la differenza di opinione (così non dici che è un idea buona o cattiva ma porti in primo piano la verità della nostra natura umana.) od enunciando i tuoi commenti motivati da una giustificazione reale.
  • Per sputasentenze che vogliono dire la loro comunque: ascolta il più possibile, quindi chiedi se l’altra persona non troverebbe utile scoprire un modo per risolvere il suo problema. Aspetta la risposta, quindi esprimiti liberamente o taci. Sei salvo, ed hai mantenuto l’amicizia e la possibilità di continuare ad essere amico con quella persona. Ora sei una persona che “ha tatto” e rispetto in conversazione.
  • Per le persone emotive che si sentono attaccate dalla brutale onestà degli sputasentenze: chiedi allo sputasentenze se non ha mai provato qualcosa simile a quello che stai dicendo. Aspetta la risposta, quindi invitalo a descrivere specificatamente e lentamenet la sua esperienza nei più piccoli dettagli per aiutarlo a sentire cosa si prova a sfogarsi come fai tu; se la risposta è negativa chiedigli in che modo la sua idea può essere utile alla situazione se lui/lei non ha la benché minima idea di cosa tu stai parlando, dato che non ti ha ascoltata completamente. Aspetta la difesa od attacco a parole, quindi invitalo ad ascoltare tutta la storia, perché a volte i dettagli o le conclusioni sono le cose più importanti che fanno cambiare il significato alle situazioni. Digli quindi che trovi inopportuna la sua onestà a parità della sua autoprofessata arguzia (questa è una risposta che cambia ed imbambola uno sputasentenze su due) e continua con il dire come ti fa sentire essere interrotto da qualcuno che offre soluzioni completamente sbagliate per il problema proposto. Ora puoi riprendere lo sfogo e finire di essere ascoltato con tutto il rispetto che meriti. Complimenti per aver fatto dei passi verso la TUA carriera di sputasentenze.

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