Le persone agiscono sempre al meglio delle proprie
possibilità. Sia che lo scopo sia garantire un vantaggio egoista, sia che lo
scopo sia aiutare gli altri, nessuno si mette in azione per fallire. Però gli
errori capitano, e quando succede un errore, c’è bisogno di una scusa.
Le scuse possono essere di due tipi fondamentalmente. In
qualità di elemento esplicativo, una scusa è un insieme di parole che spiega la
motivazione alla base del risultato ottenuto, il quale è diverso dal risultato
desiderato. Quando una scusa è reale e ben radicata in fatti veri, allora siamo
di fronte ad una scusa sincera. Quando una scusa è solo un ammasso di parole il
cui scopo è declinare la propria responsabilità, allora ci troviamo di fronte
ad una presa in giro ed ad una scusa fasulla.
La versione moderna della lettera di scuse: i segreti dei professionisti.
In questo mondo di compromessi, chi vuole raggiungere il
benessere è spesso messo in condizioni di prendersi dei rischi. E quando
qualcuno fallisce, la ragione suggerisce di promuovere delle scuse per salvare
i contatti sociali, che rappresentano la vera ricchezza del mondo di oggi: oggi
non conta chi sei, ma chi conosci.
Molte persone non hanno mai carpito questa sfumatura della
realtà che ci circonda. A loro porgo di mettere alla prova la propria
incredulità. Sfido chiunque a ritenere inutili delle scuse come quelle che stai per leggere per preferire qualsiasi sia
il vostro attuale comportamento: vuoi sia il diniego più assoluto che
l’indifferenza più totale.
Le parole e le frasi che vogliamo mettere insieme per
arrivare a chiedere scusa sono nient’altro
che la verità dei fatti. I politici
insegnano che niente è più potente della verità, la quale loro abusano per
presentare solo il lato splendente delle cose. Ma quando succede qualcosa di
negativo, l’altra persona deve comprendere il lato oscuro.
Il compito di chi fa le scuse è principalmente uno: rendere umano il processo di azioni che
hanno portato al risultato diverso. Diversamente dalla semplice descrizione
dei fatti, chi vuol riportare tutto su un piano di umanità deve accettare la
conseguente responsabilità che tale atto richiede: spogliarsi della propria
perfezione. Le persone che chiedono delle scuse non possono chiederle se prima
non capiscono quando, dove e come hanno sbagliato.
Il momento della scoperta
reale delle proprie azioni e convinzioni sbagliate, è tutto ciò che davvero fa
la differenza in termini di sostanza. Tutto il resto è una rifinitura speciale:
tecniche che rendono la pillola davvero invitante. Ma ciò che le da la indorata
essenziale è la verità. Non si può fingere di dare delle scuse, e farla franca,
almeno che dall’altra parte non vi siano persone tanto stupide da credere alla
finzione. Questo non è un corso per attori, né conviene fingere qualcosa che
potrà solo rappresentare un pericolo per te in futuro.
Una volta compreso cosa è davvero accaduto, e dopo esser
stati sinceri con noi stessi al cento per cento, ecco che arriva la parte
difficile per molti: parlare agli altri.
Qui troverai davvero utile la struttura delle scuse. Un tempo si scriveva una
lettera di scuse proprio per aver modo di ponderare le parole, e riorganizzare
i pensieri (ecco da dove viene fuori l’analogo modo di dire.).
Messaggi di scuse: struttura, significato, espressione.
Analizzando la struttura, ecco le cose da sapere riguardo
questo costrutto linguistico. Ecco cosa contengono le frasi di scuse:
- Ogni scusa ha un inizio, un mezzo ed una fine rappresentati da ciò che era il piano iniziale, ciò che è avvenuto e ciò che si è imparato dai propri errori.
- Prima dell’inizio della struttura, è bene richiamare l’attenzione completa del ricevente. Molte persone falliscono nell’ottenere l’attenzione dell’altra persona, ignorando magari la sua reazione. Una persona che non è disposta a sentirti, non può perdonarti, né comprendere le tue scuse.
- Dopo la struttura principale, sono spesso presenti elementi dichiarativi o ipotetici. Esempi sono le affermazioni riguardo la nuova certezza ottenuta da una rinnovata consapevolezza, oppure il desiderio personale di ottenere il perdono altrui a fronte di una rinnovata offerta personale (la quale sarà diversificata secondo il rapporto che lega le due persone. Le scuse di un partner sentimentale sono diverse dalle scuse di un partner economico.).
- Una scusa sentita è una scusa che ha una reale parte di rimorso. Chi è attanagliato da questa emozione traccia un solco tra ciò che è accettabile e ciò che è inaccettabile. Puoi stabilire un nuovo limite od una nuova regola come pegno della tua nuova consapevolezza: per evitare di rifare quell’errore, dirai che non farai mai e poi mai le cose che ti hanno portato a sbagliare.
- Le scuse reali sono scuse specifiche. Le vere differenze le fanno i dettagli. Se ti scusi, sii assolutamente preciso nei riguardi di ciò che è stato errato, ciò che hai fatto, ed hai intenzione di fare ora, etc. Dai i nomi, usa i termini corretti, scegli le parole per trovare i termini più precisi.
- Non vi può essere coinvolgimento se non vi è emotività. Chi sbaglia questo passo è colui o colei che inverte il normale procedimento per far emozionare gli altri: il processo emotivo delle scuse è un processo che descrive le cose che ti sono capitate dentro. Non ha senso piangere, e dire che si è pentiti. Quella non è emotività, ma è giocare con le emozioni altrui puntando sulla commiserazione. Se si è davvero pentiti, descrivi l’esatto modo in cui tu hai incontrato ed abbracciato il pentimento. Personalmente vuol dire metterci tanto di tuo, e rendere nudi i propri pensieri più intimi. Questa è la vera differenza.
- Le parole restano, ed i fatti rimangono. Io non propongo mai atti estremi come può essere il gesto di rito Yubitsume (il taglio del dito reso celebre dai film sulla Yakuza giapponese,) ma a volte per dire addio al passato c’è bisogno di cambiare il presente. Gli impegni presi con le proprie scuse devono essere quanto prima seguiti da consistenti cambiamenti reali. I giapponesi hanno da insegnare molte cose riguardo al senso di onore personale, una cosa che l’italiano medio sembra rispecchiare all’inverso, grazie alla sua tendenza stereotipata ad accontentarsi di tutto e tutti. L’italiano medio è il giullare del mondo a livello internazionale, e se non ci hai mai fatto caso, informati pure su cosa pensa il mondo degli italiani.A volte è difficile capire cosa sbagliamo, se non abbiamo un commento esterno.
- Una persona che porge delle scuse non gioca con la verità, ma la accetta completamente. Non si accontenta di far passare inosservati gli errori, ma neanche si arrabbia troppo. Bisogna saper mantenere il contegno proprio dell’umanità contenuta nelle scuse che porgiamo. Tutti sbagliamo di tanto in tanto, e la complessità del gesto non viene mai meno agli ideali che la persona scusante vuole rispettare ed onorare.
La mondanità giornaliera ha condannato come “difficile” un
gesto che in realtà è complesso eppur facile allo stesso tempo. Un segno che le
persone italiane hanno decisamente perso la battaglia delle scuse, abbassando
la propria soglia di tolleranza al più preponderante interesse egoistico o
sociale. Un’altra inutile barriera che rende difficile ogni giorno avere
fiducia nel prossimo, e favorire collaborazione piuttosto che diffidenza
collettiva.
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