Gelosia: un emozione da gestire.



gelosia
La natura dell’uomo è intrinsecamente legata alla sua Storia. Un tempo, quando la società comprendeva caverne ed ultimissime innovazioni come la mazza chiodata, alcuni meccanismi emotivi hanno dato il via alla selezione della specie, insieme a tanti altri fattori. La gelosia è uno di quei tratti sociali e culturali difficili da perdere, giacché affonda le proprie radici nella famiglia, la prima unità sociale che ci contraddistingue come specie socievole.

Capire la natura delle emozioni vuol dire espandere la propria disponibilità di opzioni. Quando si capisce perché certi comportamenti sono così, ecco che abbiamo la possibilità di intervenire attraverso l’uso della ragione. Ragione ed emozioni sono strumenti utili, simili e dissimili.

La differenza tra Gelosia ed Invidia.

È sempre bene partire dal definire cosa intendiamo per gelosia, visto che è una emozione che crea la sua confusione nella testa delle persone. Ad esempio, quali sono le principali differenze tra gelosia ed invidia? Come mai possiamo distinguere queste due emozioni in modo netto e separato?

Se la loro entità non ti è del tutto chiaro, non sei l’unica persona con questo problema. Per gelosia si intende un emozione molto definita di avversione verso la causa del problema, che spesso è inteso come una situazione in cui i nostri averi possono essere messi in pericolo, rubati, sottratti, persi o corrotti, anche fino al tradimento (quando ovviamente la gelosia si applica alle persone.).

L’invidia è un emozione fortemente simile alla gelosia, ma per una caratteristica profondamente distinta: l’invidia guarda a ciò che non c’è. Quando si è invidiosi di un collega di lavoro, si può essere gelosi della sua carriera? Dipende. Se consideriamo che il suo posto di lavoro dovrebbe esser già nostro si, altrimenti potresti esser vittima di un fraintendimento. Capire la differenza tra queste due emozioni aiuta fortemente.

Gestire la gelosia: come domare una brutta bestia.

Nessuno ha mai mentito sul fatto che alcune emozioni sono meno facili a perdersi rispetto ad altre. Alcuni, specialmente i più peccaminosi, avranno qualche problema a perdere sia l’invidia che la gelosia (uso il termine peccaminoso per rimandare indirettamente ai sette vizi capitali, di cui l’invidia compare manifesta, e la gelosia può essere scomposta tra lussuria, superbia, avarizia ed ingordigia a seconda del campo di applicazione.).

Una vita senza invidia né gelosia è un altro mondo, letteralmente. Ma vediamo di cosa stiamo per parlare partendo dall’inizio: la nascita della gelosia. Quando la gelosia nasce, questa emozione si nutre dei nostri pensieri, sensazioni, ricordi ed immaginazione in modo distruttivo. La sua funzione è quella di portare il meccanismo di difesa dell’io verso un sistema di protezione.

Nonostante il facile dibattito, essere un po’ gelosi non è mai una cosa troppo negativa. In fondo, quando è a piccole quantità, è piacevole sentirsi desiderati. Ma la differenza finisce quando il gioco sbarca nella realtà quotidiana, e quando il nostro comportamento muta per cambiare la realtà dei fatti, agendo su impeto di un sentimento che ha come puro scopo quello di agire contro la causa del problema in modo distruttivo.

È noto che molti confronti e dibattiti, se non veri e propri scontri (vedi la Guerra di Troia,) fondano la propria essenza sulla gelosia, e non la rabbia, o l’indignazione. La gelosia è una forza distruttiva che massimizza ogni risorsa emotiva e razionale purché servano all’uso dell’auto-protezione.

Un classico scenario è la donna gelosa del proprio uomo, così gelosa da rimproverarlo ogni qualvolta il suo sguardo vaga verso forme femminili, imperterrita e spietata se lui non la chiama: lui la sta tradendo. Lei “lo sente.” No, lei è gelosa.

Oppure, un amico/a sta ultimamente passando troppo tempo con quel gruppo di ragazzi/e; io ho provato ad avvisarlo sulle conseguenze, non si accorge ancora che lo stanno sfruttando ma lo capirà, si sta "contaminando": mi ha sempre usato? Ora ci litigo. No, ci litigheresti perché provi gelosia.

Io invece vado a lavoro tutti i giorni, mattina e pomeriggio sono in ufficio, e quella ragazzina che ora sta al mio vecchio banco ha già preso possesso del mio contenitore; mi ha cambiato tutta la roba nei cassetti, ma chi si crede di essere? Non ci sono più i ragazzi "per bene" di una volta; io alla sua età ero seria, e non facevo tutte quelle moine. No, tu a quell’età non eri gelosa come sei ora.

La vita è piena di casi analoghi, tutti mossi da gelosia, che si attiva quando vediamo in pericolo ciò che per noi era considerato “la norma” e diventiamo servi e schiavi delle nostre stesse mire distruttive: falso senso di giustizia, pensiero critico assente, forte senso di vendetta.

Come contrastarla allora? Riprendendo le redini del nostro giudizio. Innanzitutto, bisogna esser consci di quando cadiamo preda della gelosia, e questo è particolarmente vero per chi è un recidivo della gelosia. Chi cede troppo spesso a questi comportamenti, può cambiare solo dopo una corretta autocritica, oppure per un qualche tipo di illuminazione, data da un incontrovertibile dimostrazione dei fatti reali, che devono dare adito ad una spontanea assunzione di responsabilità. Questa assunzione è spesso finta, quando la persona gelosa viene scoperta. In realtà, la gelosia sta ancora lavorando nel silenzio, come la brace che si ricopre di cenere, ma è più viva che mai, pronta al più lieve dei sibili d’aria fresca.

Quando si è certi di star provando gelosia, si deve affrontare la realtà dei fatti. La gelosia ha un punto debole, o più di uno. Qui vedrai come intervenire sulla tua gelosia in modo diretto e veloce sfruttando il pensiero critico:

  1. Collega l’emozione alla realtà oggettiva dei fatti –trova la causa reale dell’emozione che provi, la situazione o la persona/oggetto la cui presenza genera in te questa gelosia. Ora sai che questa cosa/persona causa il tuo esser geloso.
  2. Assicurati che la causa della gelosia sia reale e non artefatta –puoi facilmente fare la prova del nove immaginando se tu avessi provato la stessa emozione cambiando la forma della causa (solo in ultimo caso di incertezza, prova ad immaginare di rimuoverla.). Quando avrai trovato la giusta causa matrice di tutta la gelosia, noterai che immaginando di cambiare la forma della causa, la gelosia muterà drasticamente o scomparirà.
  3. Valuta il danno reale –la gelosia ha un ottimo lato positivo, perché fa emergere un problema sepolto (quasi sicuramente dettato da meccanismi di difesa o scarse strategie sociali/comunicative.). Individua gli estremi del problema, per capire quale veramente è la posta in gioco. (Negli esempi sopra esposti, il vero problema è la fiducia della donna verso il partner ovvero l’insicurezza; l’amico non ha regole precise che determinino i rapporti dell’amicizia che sta perdendo; la collega nutre invidia per una mancanza di rispetto ed atteggiamenti che lei non è stata in grado di ottenere/ricevere. Tutti i veri problemi hanno innescato il processo di gelosia, alimentandolo così tanto.)
  4. Completa la struttura episodica della situazione –ora sai che esiste una causa, che ha attivato una tua risposta precisa, riportando a galla un problema mai sistemato. Cosa ti serve per eliminare questo problema? Come si può portare una facile risoluzione alla situazione? Trova la soluzione, implementala, ed alla fine dovrai essere in grado di notare che ora la gelosia è solo un ombra. Risolto il problema vero, la rimanente gelosia attiverà un'altra serie di emozioni più facilmente comprensibili, le quali una volta espresse verbalmente secondo un processo di gestione dei conflitti potranno scivolare via. Essere gelosi non vuol dire smettere di essere onesti, o smettere di stabilire nuove regole e limiti. Va tutto bene a patto che la gelosia non interferisca minimamente con la gestione del conflitto, inevitabile per sua natura. (La donna dell’esempio vorrà eliminare la propria insicurezza con strategie emotive, per poi parlare di come certi atteggiamenti in lui la fanno sentire insicura dato che manca una forma di impegno che garantisca un futuro certo alla coppia; l’amico vorrà contattare il suo compagno di vecchia data per affrontare il discorso della gelosia, scusarsi se hanno litigato oppure esprimergli il bisogno reale del supporto ricercato, per dire che lui teme di perderlo nel tempo ma che vorrebbe rinnovare il loro legame con un nuovo patto di amicizia; la collega vorrà affrontare il capo per informarlo dei disagi reali che la nuova dipendente/collaboratrice apporta allo staff od a lei, rivendicando gli stessi diritti della nuova entrata e trasformando così la finta nemica in una valida leva sociale.).

Se tutto è andato a buon fine, sentirai (probabilmente) ancora la presenza della gelosia, che, come ti dicevo, fa sempre bene provare in piccolissime quantità. La gelosia va ascoltata, e con il tempo usata per indagare noi stessi come individui. Il suo scopo è darci la forza e le energie di fare ciò che credevamo impossibile: smuovere mari e monti. Bisogna essere davvero poco abituati a star bene per preferire a questa infinita fonte di energia una sorta di buco nero che distrugge ogni singola fibra di esistenza che vi si avvicina. La prospettiva è tutto con la gelosia.

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