I segreti dell’ipnosi per un autostima perfetta
Nei bambini è più facile instillare coraggio e positività
che negli adulti. Questo è dovuto al fatto che i bambini sono più aperti alle
esperienze. Grazie alla loro mancanza di difese, un genitore consapevole può
apportare una grande ricchezza nella vita dei propri figli.
Conoscere come funziona la mente da questo vantaggio. La
mente dei bambini si sviluppa con rapida intensità, permettendo loro di
apprendere il linguaggio verbale. Prima ancora sono più disponibili ai gesti
del corpo e alla mimica facciale degli adulti.
È stato provato che nei primi sei mesi di vita un neonato
può distinguere il volto sorridente dei propri genitori, ricevendone un
influsso positivo. L’istinto e l’intuito del bambino è cioè al massimo livello
possibile.
Crescendo, un bambino apprende i primi vocaboli, ed entra
così di rigore nel mondo degli esseri umani. Attenzione, fiducia e
responsabilità sono le parole chiave per questo periodo.
L’autostima che il bambino ha di sé deriva da un semplice
concetto: il principio di stimolo e di risposta. Sin dai tempi del suo
scopritore, Ivan Pavlov, sappiamo che esiste un legame tra gli stimoli che
riceviamo e le risposte comportamentali.
Definizione di autostima
Che si sia già scoperto o meno, l’autostima è un comportamento.
È un abitudine che definiamo come una buona immagine di se stessi.
Quando una persona percepisce se stessa come competente,
capace e ben disposta alle sfide della vita, significa che quella persona ha
una buona autostima di sé.
Un carattere negativo, eccessivi comportamenti di sfiducia
nelle proprie capacità e in quelle altrui sono il riflesso di una pessima
autostima.
In Italia, uno degli errori che i genitori commettono è
quello di incentivare mostruosamente la diffidenza dei bambini. Nello sforzo di
eliminare la credulità e l’ingenuità di un bambino costretto a vivere nel mondo
moderno (così pieno di tentazioni e false speranze) molti trasmettono un
pericoloso segnale ai propri figli. Questo messaggio è qualcosa di simile ad un
“non esiste niente di gratuito” che purtroppo viene storpiato fino ai massimi
livelli.
Privati di incoraggiamento, e senza alcuna figura che creda
in loro ed insegni attivamente la differenza su come comportarsi bene e male a
seconda della situazione, i bambini recepiscono un messaggio sbagliato. Questo
messaggio può essere una variazione del più semplice “questo mondo non è per
me.”
Si innescano così meccanismi di difesa che in una seduta
ipnotica diventano i veri ostacoli del cambiamento.
Perché una persona non ha successo? Perché esistono persone
che sentono di non meritarsi di essere chiamati belli, bravi o altro?
Il motivo è tutto da ritrovare nel vergognabile
atteggiamento ed incompetenza dei genitori. Invece di impegnarsi ad educare i
figli all’arte della vita, generazione dopo generazione i padri e le madri
italiane non hanno mai preso in esame l’idea che i loro figli sono le loro più
grandi risorse.
Negli errori del passato ritroviamo gli atteggiamenti errati
della nostra società: il benessere illusorio del “qui e subito,” lo spendi e
spandi, l’aggressività di “chi ce l’ha fatta”. Tutto è riconducibile a delle
persone che dentro di loro si sentono profondamente deluse dalla vita e dagli
altri.
E se nessuno è escluso dalla colpa che tali idee si sono
formate negli altri (del resto noi che siamo le conseguenze di errori passati
ci sentiamo tutti giustificati, chi più chi meno, a non dover risolvere la
cosa) di fatto commettiamo il più atroce dei delitti.
I genitori che non sanno ispirare una corretta autostima
stanno distruggendo la vita dei propri figli. E per una nazione a maggioranza
cattolica, questo vuol dire non fare una bella figura davanti al giudizio di
Dio. In qualunque modo la si voglia mettere.
Come mai questa certezza? Perché chi non ha e non sa
instillare autostima negli altri è una persona priva di responsabilità. Sono
sicuro che qualunque lettore italiano avrà in più di un occasione incontrato o
discusso con amici o parenti circa la possibilità di diventare genitori. Il
verdetto prevedibile? “Ah, io non vado d’accordo con i bambini. Dio mi scampi e
liberi.”
E poi dopo anni di lontananza, li ritroviamo con una
famiglia o figli a carico. Questo è il problema. Come porvi rimedio?
Semplice. Bisogna tornare ad amare i propri figli. Bisogna
prima di tutto ricordarci che non sono persone complete, e che le loro azioni
sono solo il riflesso dei nostri sforzi comunicativi.
Non esistono cattivi bambini, solo cattivi genitori. La
responsabilità delle azioni di un figlio non è mai al di sotto del 100%. E fare
il genitore è forse la cosa più difficile su questa terra. Almeno lo è farlo
per bene.
L’autostima viene accresciuta sia dai buoni insegnamenti di
natura sia pratica che teorica, che dagli errori che devono essere permessi ed,
insieme, analizzati per comprenderne motivazioni e rimedi.
In altre parole, un bambino nasce con tanti perché. Il
compito del genitore è dire i perché senza tanti problemi o bugie, accoppiando
sempre alla spiegazione una realtà pratica o un modo che permetta al bambino di
capire come vanno le cose. I bambini infatti non hanno la capacità di astrarre
i concetti. Capiscono solo le azioni ed i movimenti reali. Almeno fino ai 7
anni, quando la loro mente comincia a plasmarsi intorno ai concetti astratti.
Non è un caso che fino ai 14 i bambini sono fisiologicamente
portati a mettere in dubbio ogni loro credenza. L’età della ribellione è una
necessità psicologica assodata. E non bisogna aver paura. Bisogna permettere
loro di fare gli errori necessari, così come lo abbiamo permesso loro prima.
Bisognerà anche essere lì presenti per aiutarli ad arrivare alle conclusioni
più consone della nostra realtà.
Qui si forma anche il carattere delle persone. Una persona
abbandonata a se stessa avrà solo problemi in futuro. Una persona che ha avuto
tutto allo stesso modo avrà difficoltà. Il segreto sta nell’equilibrio che
insegnerà la differenza tra gli opposti.
E se il problema è del genitore? Allora saranno utili dei
consigli su come avere più autostima.
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