Come eliminare pensieri ossessivi e negativi
La mente umana è uno strumento complesso. I processi
cognitivi sono tutt’oggi oggetto di studio. La psicologia investe molte delle
sue energie a creare modelli che possano aiutare i professionisti a comprendere
meglio l’impatto del loro modo di pensare sui propri risultati. Perché non
sfruttare queste ricerche per migliorare la propria vita?
Chi è ottimista vive di più e meglio
Un tratto caratteriale delle persone di successo è il loro
modo di pensare ottimisticamente. A volte questa positività di pensiero è
portata all’estremo.
Non è raro infatti vedere che le persone ai vertici di
potere hanno spesso infranto le regole e le leggi. Hanno fatto patti con
persone che non avrebbero dovuto mai conoscere. Hanno rischiato e perso. Ma
molti non si sono arresi.
Il segreto di molti di questi personaggi sta nella loro
capacità di pensare positivo. Quali
sono le strategie adatte? Come si fa ad accedere a questa sorta di potere?
Le risposte sono tutte legate al concetto di prospettiva. Una persona che si abbatte
e si sente delusa ha spesso un problema di base: non ha altre opzioni. Non
riesce a vedere in quali altri modi può risolvere la cosa. Si abbatte, e questo
nuoce gravemente anche alla sua salute. Il corpo è legato al nostro benessere
psicologico.
Per spiegare velocemente di cosa sto parlando, voglio porre
all’attenzione di chi non lo conosce ancora il signor Viktor Frankl. Scrittore
del libro “Alla ricerca di un significato della vita” e fondatore della
logoterapia, Viktor è un sopravvissuto ai lager nazisti.
Nelle sue opere parla di come la vita fosse annientata all’interno
di un lager. Non vi sono certezze se non la morte. Ma Viktor si rese conto di
qualcosa. Si rese conto dell’intrinseca verità alla base del nostro agire.
Tra un qualunque stimolo ed una risposta (per semplificare
il concetto che lui spiega) vi è una libertà inalienabile del soggetto.
Esplorando tale libertà, si può usare questa nozione per capire che anche la
nostra attitudine ed il nostro stile di vita sono in relazione ad una sola
cosa: la nostra volontà.
La volontà di una persona è ciò che più sintetizza il
concetto di pensiero positivo. Chi pensa positivo è una persona che nonostante
le avversità mantiene una chiara coscienza delle proprie possibilità.
Non ci sono veramente limiti. Tutti i limiti che abbiamo
sono autoimposti ed auto accettati. Nessuno ci può imporre veramente niente.
Esiste solo chi da gli ordini e chi li eseguisce. Se qualcuno si rifiuta di
eseguire gli ordini ne subisce le conseguenze. E se qualcuno vuole invece
cambiare le carte in tavola, deve cambiare qualcosa che è legato all’eseguire
gli ordini.
Sempre rimanendo in ambito di campi di concentrazione, molti
ormai hanno visto il film di Benigni “La vita è bella.” In questo film il
protagonista narra la sua storia ed il coraggio di un padre che per preservare
la sanità mentale del figlio trasforma la realtà del lager in un gioco.
Pensare positivo non è sempre facile. Richiede una buona
dose di impegno e di forza interiore, ma questa non è che dipendente dal
proprio modo di voler vivere. Se si ha uno scopo, e questo scopo viene
spezzettato nel più piccolo degli obbiettivi raggiungibili, la forza interiore
si auto-rigenera.
Molti commettono l’errore nel darsi obbiettivi
irrealizzabili. Altri invece sottostimano il valore di un obbiettivo semplice.
Questa confusione è comprensibile solo in mancanza di una chiara distinzione
tra il concetto di successo, ed il concetto di motivazione.
Un essere umano ha bisogno di provare sia l’uno che l’altro.
Ci sentiamo affermati quando raggiungiamo un obbiettivo prefisso, e ci sentiamo
motivati quando c’è qualche ricompensa grandiosa che ci aspetta.
Da qui impariamo che può essere utile utilizzare entrambe le
strategie, anziché discriminarne qualcuna. Bisogna cioè partire con l’idea di
raggiungere qualcosa di glorioso per essere motivati in ciò che facciamo, ma
ogni giorno ed ogni momento deve essere vissuto nella sua più serena
semplicità.
Questo ci fa scoprire che possiamo dire di prefiggerci un
obbiettivo, ma ci rende liberi dallo stesso. Il motivo è semplice: l’obbiettivo
è talmente piccolo che se non va a buon fine, possiamo sopperire in altro modo.
E gli altri modi possono venire fuori dalla nostra dedizione, dai consigli
altrui, da tante cose.
Chi pensa positivo è diventato un maestro in questo. E piano
piano ha portato questa abilità a livelli per cui se anche il fallimento di un
obbiettivo porta a drastiche conseguenze, ormai ha un attitudine che negli anni
ha generato una compilation vera e propria di alternative.
Chi si preoccupa infatti dei soldi, alla fine si impunta e
diventa ossessionato. Chi invece percepisce il passare del tempo, non gode
delle sfumature. Sono tutte decisioni che vengono prese.
Se si decide di sfruttare la nostra forza nel poter
scegliere di volta in volta cosa fare sulla base della nostra volontà, non ci
resta che rendere più semplice possibile il nostro obbiettivo. E se non ci
sovviene come fare questo pezzo, bisogna spezzettare questo processo stesso in
parti più piccole. Ci dobbiamo cioè creare delle alternative.
Con l’esperienza si diventa ottimisti perché le strategie
apprese rimangono, e raramente vanno ad essere scartate anche quelle negative,
perché danno risultati che chissà un giorno, e con le condizioni giuste,
potrebbero rivelarsi utili. Diventa pertanto un ottimo strumento da usare insieme alle tecniche di autocontrollo emotivo. Perchè le emozioni non sono razionali ma istintive. Necessitano un altro tipo di azione da parte nostra.
Per questo motivo invito il lettore a guardare gli altri
articoli di questo mio blog per vedere in quali modi possono trovare spunti ed
idee nel raggiungere gli obbiettivi prefissati.
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