Come scegliere l’università. Come evitare tutti gli errori.



come scegliere l università
Il momento della scelta universitaria è un momento particolare. Per i giovani rappresenta spesso il momento della presa di responsabilità. Per la prima volta i giovani sono messi di fronte ad una scelta che condizionerà la loro vita. Per gli adulti invece è più facile capire i passi iniziali della scelta, ma rimane il problema della burocrazia da superare.

Il momento principale è quello iniziale. Si deve percorrere un percorso che parte dai nostri desideri ed obbiettivi, e finisce nella realizzazione di un obbiettivo. Fondamentale è la conoscenza sia delle opportunità, che della struttura in cui si va a perfezionarci.  Vediamo insieme quali sono le sfide, ed i possibili errori.

Quale facoltà scegliere

Non vi è veramente una scelta più facile delle altre, quindi vale la pena indagare ogni aspetto della scelta universitaria. Innanzitutto, bisogna conoscere i termini. Andrai a scegliere una facoltà, ovvero un polo universitario (cioè il posto effettivo di studio ed esaminazione.). Le facoltà dipendono dal corso di studi, ovvero la serie di esami che devi dare e superare per conseguire la laurea. L’insieme di esami viene chiamato anche iter professionalizzante, o curriculum (troverai a volte che si farà riferimento a più curricula, ovvero la versione plurale del termine latino singolare curriculum.)

Se hai un obbiettivo, od una carriera o professione in mente, allora devi individuare il corso di studi adatto alle tue esigenze. Una volta scelto il curriculum adatto del tuo corso di studi, la segreteria dell’università ti dirà dove sarai registrato, le sedi, e tutte le informazioni spicciole che ti servono. Quindi, prendiamo le cose una alla volta, e vediamo di rendere tutto facile e semplice come in realtà è.

Per scegliere il tuo corso di studio, prima cosa da fare, hai bisogno di sapere quale professione vuoi fare. L’università non è un liceo dove parcheggiarsi. Alle università si va per accedere a posizioni di lavoro che vengono precluse alla maggioranza della popolazione, perché sprovvisti della laurea, cioè della certificazione della tua competenza. Senza doverti mentire, e dovresti immaginarlo da te, l’università non è il posto più facile in cui stare. Possono capitare tanti disagi, soprattutto in Italia, finché non vi saranno riforme universitarie che funzionano. Devi armarti di determinazione, perché ti troverai di fronte ogni possibile problema: dal professore di cattedra troppo avanti con l’età per capire il momento storico in cui viviamo, ai compagni di classe che pensano solo ad avere la media dei voti alta, ma che non capiscono che l’università è invece un importante investimento su se stessi in termini sia di tempo che di risorse economiche, ovvero soldi. E questi soldi devono tornare il prima possibile.

Scegli quindi cosa vuoi fare una volta entrato nel mondo del lavoro. Non troverai la tua strada mentre la percorri, e se così sarà dovrà essere l’eccezione, non la regola. Le idee si hanno chiare da subito, o vale la pena andare a cercare un posto di lavoro. Questa è la prima mossa da fare per scegliere un università.

Una volta individuata l’idea della carriera che vuoi perseguire, devi tramutare l’idea in un corso di studi, ovvero nella serie di esami che ti separano dalla realizzazione del tuo scopo lavorativo. Per trovare il tuo corso di studi, oggi puoi utilizzare internet con successo. Innanzitutto, puoi sempre rivolgerti al “centro per l’orientamento” dell’università che intendi frequentare. Questo è raggiungibile sia via e-mail che telefonicamente, quindi puoi rivolgere la tua domanda direttamente a loro, se vuoi un contatto umano diretto.

Altrimenti puoi avere una veloce infarinata online, direttamente dal sito dell’università, o meglio ancora tramite Google. Purtroppo la maggioranza dei siti delle nostre università sono scadenti. Cose da far imbarazzare l’esistenza dei loro laboratori informatici, presso i quali vengono svolti i corsi di laurea per le persone che dovrebbero poi far questo e molto altro per lavoro. Ma andiamo oltre. Cerca tramite google la tua professione, seguita dal nome dell’università dove vuoi andare, e guarda che risultati escono. Raffina la tua ricerca attraverso qualche chiave di ricerca più specifica, e con un paio di tentativi riuscirai ad avere sicuramente le tue prime risposte.

Non esitare a guardare a destra e a sinistra. Sei ancora nella fase iniziale. Aspettati di essere confuso, o di non aver ben chiaro tutte le procedure. Se vuoi avere maggiori informazioni, segnati le cose che hai capito riguardo alla tua università, e poi chiama il centro per l’orientamento. Se ti fissano un appuntamento, vai di persona dopo che ti sei fatto spiegare per bene dove si trovano. Purtroppo non sempre le persone incaricate sono brillanti e acuminate come punte di lancia. A volte è bene prendersi il tempo di fare una chiacchierata approfondita, e farsi spiegare per bene le tue possibili scelte. Fatti anche dare tutto il materiale informativo gratuito in merito. Ed esigi sempre il massimo della chiarezza. Purtroppo avrai a che fare con la tua prima esperienza negativa del mondo universitario: la burocrazia. Se avrai fortuna, non sarà un impatto distruttivo. Se ti va male come andò male a me, troverai incompetenti e scaricabarili. Io trovai tutto online, e mi recai lì solo per confermare i miei dati, e segnarmi in segreteria. Scoprii presto che ne sapevo più di alcuni degli addetti incaricati. Informarsi è tutto, se non l’unica cosa che conta.

Orientamento universitario: quali strutture scegliere

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Ad ora dovrebbe esserti chiaro i passi reali da svolgere. Questi li devi fare quanto prima. Ed una volta trovato ciò che cerchi, potrai considerare la validità della struttura universitaria. Scoprire se fa per te, o se vale la pena conservare soldi e speranze per andare a studiare altrove.

Se come me vedi la laurea come un pezzo di carta da avere per lavorare, penserai come me che un posto vale l’altro. Sfortunatamente, qui hanno ragione gli idealisti. Gli insegnanti ed i corsi contano. Contano ancora di più gli argomenti trattati, ed il modo in cui vengono trattati. Perché è facile capire che gli esami sono sempre gli stessi ovunque, con piccole differenze. Purtroppo, stessi contenuti vengono affrontati in modo diverso da diverse università.

Nel caso delle materie principali il tuo corso di laurea, vale quindi la pena guardare a chi è che insegna e come insegna. Il problema reale e di fondo è che non esiste un vero modo di valutare queste realtà al momento. L’unico modo per capire sulla propria pelle il valore di diversi docenti universitari sarebbe quello di frequentare alcune delle loro lezioni. Specie quelle iniziali. Uno studente, o matricola, capisce presto se la propria struttura è sufficiente o scandalosa, dopo il primo anno. Dopo cioè aver valutato l’aspetto burocratico, la stabilità delle strutture reali che ospitano le aule di insegnamento e laboratori, ed ovviamente la difficoltà del sistema valutativo.

Come ancora l’Italia ci dimostra, tradizioni vecchie come l’assoluta discrezionalità del professore rappresentano l’unico ostacolo tra il cosiddetto successo ed insuccesso degli esami. Non vi sono protocolli seri che vengono seguiti per valutare l'idoneità dei soggetti, e, peggio ancora, le cose che vengono insegnate spesso non vengono realizzate o messe in pratica dai docenti. Parlando da studente che ha sia superato esami con il 30, sia fallito alcuni esami, trovo alquanto offensiva l’attuale (se non storica) incoerenza del mondo universitario. Con molta probabilità, anche tu avrai presto il tuo da ridire.

Non vi sono reali standard e protocolli che vengono seguiti e che sono coordinati da sovraintendenze nazionali. Sulla base di direttive, si preparano corsi inutilmente aberranti in termini di quantità di materiali da preparare, per superare esami che possono variare da colloqui a test scritti a risposta aperta o a crocette. La totale mancanza di un organo che certifichi una sistematicità interna di gestione degli esami ha permesso realtà che posso solo commentare:

  • ho visto professori anziani troppo fossilizzati sulla forma espositiva da penalizzare con la bocciatura dettagli inutili di natura puramente mnemonica in esposizioni di testi e trattati che coprono materiali vastissimi. Inutile sapere il grosso della materia se non sai i dettagli “perché hai avuto un sacco di tempo per prepararti.” (tale cosa è infondata e totalmente inaccettabile. Non la discuto in questa sede perché diventerebbe un discorso fuori tema. Ma è facile arrivare a capire il perché della sua falsità.)
  • ho visto professori che hanno il “loro modo” di spiegare e farsi ridire dire le cose all’esame, tanto che fuori dal loro studio in sede di esami c’erano gli “sciacalli” a vendere lezioni private per superare il loro corso (ottimo in termini di marketing, pessimo in senso di successo umano. Senza contare che potrebbe esserci la cooptazione del professore a peggiorare tutto. Gli istituti non fanno niente anche se allarmati. Peggio ancora, la stragran maggioranza degli istituti non ha un organo che vigila su queste cose. Le coordinazioni studentesche sono degli scherzi che fanno solo perder tempo. )
  • ho visto professori regalare voti, ed altri andare contro ciò che viene detto nei libri di testo offerti dagli insegnanti stessi durante i loro corsi. Come prova posso riportare un esame a cui ho partecipato, dove ho deliberatamente ricopiato parola per parola un pezzo di libro del nostro libro di testo, che è stato prontamente corretto. Nonostante la gravità del fatto che copiare è possibile durante esami che non dovrebbero permettere tale comportamento, la totale incoerenza è a livelli da film di bassissima commedia. Uno scempio se si pensa che i titoli delle università italiane sono certificate all’estero come validi. 
Devi aspettarti di studiare tanto, forse troppo. Alla fine avrai da sostenere esami con docenti che non hanno abbracciato la loro professione per vocazione, ma che nella maggioranza dimostrano di voler mantenere posizioni "che si sono conquistati" a loro tempo, e dal quale non si discosteranno finchè morte non sopraggiunga. Pari pari come in parlamento. Spesso si parla della stessa generazione, quindi non deve sorprendere.


Capirai quindi che conoscere la struttura interna delle università e dei corsi di studio fa molta differenza. Purtroppo non esiste un organo certificato che sovrintende ad un sistema di monitoraggio della qualità dei corsi stessi, quindi non si può realmente avere modo di giudicare la struttura interna senza viverla di persona, o senza chiedere ai partecipanti. Un modo senza dubbio utile sarebbe quello di frequentare qualche lezione, e domandare agli studenti. Ho provato a chiedere online a suo tempo, come probabilmente starai provando anche tu, ma è facile non ottenere le risposte che si vogliono online. Nessuno ha veramente la possibilità di essere esaustivo, ed altri neanche hanno voglia di rispondere a determinate domande. Quindi è bene prendere il toro per le corna, ed andare a lezione a respirare l'ambiente universitario. Meglio farlo prima. Prima di versare soldi in un sistema che può farti spendere, senza dare niente in cambio.

Molti corsi hanno studenti di vari corsi di studi al loro interno. Molti degli studenti che frequentano le classi sono anni che frequentano quell’università. E fare conversazione è semplice. L’università è un posto abbastanza asettico, dove tante personalità si incontrano, e poche prevalgono. Questo in cambio permette a tutti di essere più aperti, quindi se fai una domanda, anche se sei una persona timida, otterrai facilmente risposta. Non tutti ti sapranno rispondere, perché molti avranno i tuoi stessi dubbi, ma questo non fa altro che consolidare una situazione di precarietà a livello umano, prima che strutturale.

Per accedere ai corsi è facile. Basta individuare il loro orario e la sede direttamente dal sito dell’università. Le classi sono aperte a tutti nella maggior parte dei casi (non dico che dovrebbe essere così ma tra le tante pecche questo è forse il punto migliore), non ho mai trovato chi controllasse le presenze, tranne in un caso. Ed anche in quello, bastò chiedere il permesso di frequenza. Se viene negato si esce, ma non è mai successo. 


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